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Ligabue SpA ridisegna il futuro

Nella foto (da dx): Inti Ligabue e Paolo Ramadori.

VENEZIA – Superato l’entusiasmante giro di boa del centenario nel 2019 e affrontato con decisione l’anno della drammatica emergenza sanitaria a livello globale, la Ligabue SpA ha avviato il 2021 e il secolo entrante con importanti novità: una nuova filosofia aziendale, una nuova organizzazione e nuovi contratti per circa 200 milioni di euro.

“Nei 12 mesi che sono coincisi con questo terribile momento storico – spiega Inti Ligabue ceo e chairman della società veneziana operante in 14 diversi Paesi del mondo – abbiamo colto l’occasione per voltare pagina e ridisegnare l’organizzazione per il futuro.

Il centenario ha segnato una tappa importante per la Ligabue, ma il nuovo presente richiedeva un forzato e necessario cambiamento organizzativo e di approccio al business, che abbiamo voluto affrontare tempestivamente “La multinazionale – tra i leader a livello mondiale nel settore del Food Service e Life Support, specializzata nei servizi per il mercato marittimo (crocieristico e merci) e industriale legato alle risorse energetiche (Oil & Gas e Mining) in zone remote – ha visto dunque un importante e sostanziale cambiamento sia nell’organizzazione che nel management, con il rinnovamento di diverse figure manageriali in favore di nuove e giovani professionalità e con l’inserimento di un direttore generale, l’ingegnere Paolo Ramadori, con il quale la Ligabue collabora ormai dal marzo dello scorso anno.

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A Ramadori, proveniente da posizione apicali in importanti realtà industriali come Comau, Oerlikon, Bombardier Transportation e Officine Maccaferri, è stato dunque affidato il compito di ridisegnare il Businnes Model dell’azienda ultracentenaria.

Un nuovo approccio legato alla produzione di valore in contesti iper competitivi e dove l’efficacia del servizio è essenziale e un intervento mirato per gli aspetti più consumer del Gruppo, con una maggiore valorizzazione della consumer experience.

L’azienda – con un fatturato annuo che in fase pre-Covid, nel 2019, aveva superato i 350 milioni di euro (dai 265 milioni del 2015) – passa dunque da cinque a tre divisioni con l’accorpamento degli ambiti di attività con missione di business similare, in modo da assicurare sinergie e ottimizzazioni dal punto di vista operativo e di marketing strategico, ma anche investimenti per le funzioni di supporto al business.

“Interventi necessari ad affrontare uno scenario mutato – commenta il presidente – e una ripresa che la Ligabue intende sia come nuovo approccio al business, sia come efficacia dei costi di struttura”.

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Pubblicato il
1 Maggio 2021

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