Le navi e l’elica

LIVORNO – Mai come in questi tempi è tornata di piena attualità la famosa e fulminante battuta di Gianluigi Aponte (MSC) e chi gli contestava la priorità dei porti rispetto alle esigenze degli armatori: “Attenti perché le navi – disse in risposta – hanno l’elica”. Tradotto: sono loro a scegliere i porti e non viceversa.

Il richiamo all’attualità della battuta ci viene dalla crescente preoccupazione degli operatori portuali per l’allargarsi degli armatori ai servizi una volta loro riservati. Gli armatori più potenti stanno diventando terminalisti, autotrasportatori, pseudo-spedizionieri e molto altro.

Legittimo? Certamente. Succede con i supermercati, che occupano ciascuno gli spazi di decine di piccoli negozi famigliari. Succede con gli hub commerciali sul web – Amazon, Alibabà eccetera – che stanno facendo le scarpe ai centri commerciali tradizionali. Succede: come Spencer Tracy in un famoso film d’antan: “È il mondo, bellezza!”.

Dobbiamo piegarci tutti al mondo che cambia? Proprio questi giorni, con la volontà dichiarata sia del consiglio d’Europa che dei grandi paesi dell’economia, si discute molto sul “new deal”: che sarebbe come e in che modo governare i cambiamenti, senza doverli necessariamente subire. Noi, nel nostro piccolo, non abbiamo ricette magiche: ma sappiamo che la catena logistica è fatta, come tutte le catene, di singole maglie e non è indebolendone una che si ottengono risultati migliori.

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