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Efficienza? Se i “sistemi” diventano sistema

Rodolfo Giampieri

Continuiamo con le nostre interviste sull’Index della Banca Mondiale che mortifica i porti italiani mettendoli a metà classifica (il primo è Gioia Tauro al 145° posto) in relazione all’efficienza. L’intervistato di turno è Rodolfo Giampieri, attualmente ancora alla guida dell’AdSP dell’Adriatico Centrale in attesa del successore (il ministro penserebbe al temporaneo commissariamento con il direttore marittimo contrammiraglio Enrico Moretti visto il “niet” della commissione del Senato al candidato ufficiale ingegner Africano) e designato presidente di Assoporti, dove entrerà in carica formalmente in questi giorni. Giampieri è uomo di comprovato equilibrio, ha fatto benissimo ad Ancona e su di lui sono appuntate le speranze per un’Assoporti finalmente interlocutore privilegiato del governo.

Dobbiamo chiamarla multi-presidente, visto che oltre all’AdSP dell’Adriatico Centrale ha già anche la carica in Assoporti?

“Alla quale spero di potermi dedicare finalmente a tempo pieno quando le incombenze ad Ancona passeranno ad altri, mi auguro quanto prima. C’è molto lavoro da fare e ho già iniziato le consultazioni con i colleghi, a cominciare dal mio amico e predecessore Rossi sul cui aiuto conto molto”.

Veniamo all’argomento: l’Index internazionale della Banca Mondiale sull’efficienza dei porti penalizza parecchio i nostri. Nelle interviste precedenti c’è chi ha messo legittimamente in dubbio anche l’attendibilità dei parametri utilizzati dalla Banca Mondiale. Ma qualcosa che non va comunque rimane…

“Dobbiamo partire da un dato

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di fatto non contestabile: la gran parte dei porti nazionali, specie quelli più grandi, ha origini storiche e gli scali sono profondamente incuneati nelle città. Gli spazi disponibili, che oggi sono più che mai indispensabili, sono perciò ridotti e spesso contestati. Occorre intanto lavorare proprio per gli spazi e per renderli di facile accesso: lavorare sull’ultimo miglio, fare entrare la ferrovia che è la modalità già di domani mattina, snellire gli ingressi e le uscite. La globalizzazione ci richiede velocità e la velocità è efficienza”.

Ne consegue dunque che spazi e tempi sono gli elementi primari dell’efficienza della portualità. Ma sono criteri percepiti o no, sia in chiave locale che nazionale?

“Direi che i segnali positivi ci sono, un po’ in tutto il settore della logistica nazionale. Il bisogno di efficienza è sentito, le analisi corrette ci sono, i tentativi anche. Non dimentichiamoci che i prodomi del rilancio in chiave di efficienza erano già alla base della riforma portuale dell’allora ministro Delrio. Nel tempo alcuni di questi obiettivi si sono, come dire, assopiti. Vanno dunque ripresi e attualizzati. Da parte dello Stato mi sembra che si sia finalmente consapevoli che ogni ritardo nell’applicare principi di efficienza si paga profumatamente in tempi di globalizzazione accelerata. Anche la base della riforma, la conferenza tra AdSP, governo e istituzioni locali, sembra finalmente pronta a partire in chiave concreta: il che consentirà, mi auguro, di sciogliere molti dei nodi attuali. E specialmente di spingere con coraggio sulla specializzazione e sulla fine dei campanili”.

Sembra questo uno dei nodi della portualità nazionale: tutti i porti vogliono fare tutto, specie quello che fa il porto vicino…

“Purtroppo spesso è proprio così. Invece occorre abbandonare la politica dei campanili, di tutti che vogliono fare tutto, di un sistema nazionale fatto di tanti sistemi locali in concorrenza tra di loro. Occorre specializzare: coordinare a livello nazionale le specializzazioni, evitare i doppioni che si fanno concorrenza tra loro, far funzionale un vero sistema dei sistemi. Ci vorrà coraggio, perché ci sono e ci saranno resistenze. Ma dobbiamo guardarci intorno in campo internazionale, vedere perché i porti del Far East sono tra i primi in efficienza, ridurre le ingerenze. Ce la faremo, perché non siamo secondi a nessuno quando vogliamo. E sono convinto che oggi tutto il cluster marittimo e portuale, dagli imprenditori alle istituzioni, lo vogliano”.

A.F.

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Pubblicato il
3 Luglio 2021
Ultima modifica
6 Luglio 2021 - ora: 09:00

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