ROMA – Martedì scorso 20 luglio si è celebrato il 156° anniversario della nascita delle Capitanerie di Porto istituite dal re Vittorio Emanuele II. Nato dall’esigenza di affidare ad un’unica amministrazione la disciplina delle attività della navigazione e dei porti, si fusero le capacità professionali dello Stato Maggiore dei porti e quelle dei Consoli di Marina: corpo militare il primo, con attribuzioni di carattere essenzialmente tecnico; civile il secondo, con competenze principalmente amministrative.
Anche alla luce dello straordinario contributo apportato dal personale delle Capitanerie durante la Grande Guerra, il Corpo venne dapprima militarizzato, poi riordinato nel 1919 come corpo militare, infine – nel 1923 – incluso tra i Corpi della Marina, pur continuando a costituire l’amministrazione periferica della Marina mercantile.
L’importante ricorrenza è stata celebrata a Roma, presso la sede del Comando generale, con la simbolica deposizione di una corona di alloro davanti al “Monumento ai Caduti del mare e dei porti” alla presenza del Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio di Squadra Giuseppe Cavo Dragone, che è stato accolto dal comandante generale, ammiraglio ispettore capo Giovanni Pettorino.
Lo stresso ammiraglio Pettorino ha inteso rivolgere un ideale saluto agli 11.000 uomini e donne del Corpo, rappresentati dai colleghi in servizio presso la sede del Comando Generale, cogliendo l’occasione per ripercorrere i passaggi più importanti che ne hanno contraddistinto, nel corso dell’ultimo anno, le molteplici attività.
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