Ricordo di Aldo Santini, dieci anni dopo

Aldo Santini
LIVORNO – Ieri, martedì, tanta parte di Livorno ha voluto ricordare il suo grande giornalista e scrittore Aldo Santini scomparso nel 2011 lasciandoci una sterminata serie di lavori dedicati in gran parte alla livornesità e ai suoi personaggi. Senza piaggerie e con un fondo di sardonico spirito labronico, Aldo è stato in grado di descrivere un’epoca partendo proprio dagli uomini e dai loro più innocui ma diffusi affetti, il vino e la cucina. Le ultime volte che l’ho incontrato mangiava solo solo alla Barcarola, accudito con il burbero affetto di sempre da Beppino. Agli ultimi suoi libri, dedicati ai personaggi della Livorno d’inizio secolo, avevo dato una piccola mano fornendogli aneddoti ma anche qualche notizia. Era sempre, anche alla veneranda età di quei tempi, curioso e divertito.
Alle ore 18.00, nel parco di Villa Fabbricotti, in prossimità del Chioschino, ha avuto luogo l’incontro organizzato dal Comune insieme al giornale Il Tirreno, del quale Santini fu firma di punta (senza dimenticare la sua vita di inviato speciale per l’Europeo) ma anche di scrittore libero e pungente. Per anni ha fatto coppia ideale con un altro grande personaggio livornese delle cronache, il fotografo Bruno Miniati, oggi purtroppo quei dimenticato ma del quale rimangono veri capolavori sia in Accademia Navale che nelle “grandi famiglie”.
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A rievocare la figura di Aldo Santini e la sua opera ieri sono intervenuti il sindaco Luca Salvetti, l’assessore alla Cultura Simone Lenzi, il direttore del Tirreno Stefano Tamburini, e amici livornesi come Beppino Mancini patron del ristorante La Barcarola. Un intervento video è arrivato da Bruno Manfellotto che ha guidato il Tirreno negli anni in cui Santini vi pubblicava i suoi apprezzatissimi pezzi di arte, cultura e costume.
La scelta di Villa Fabbricotti – è stato ricordato – come luogo dell’appuntamento non è casuale. Santini ha donato proprio alla Biblioteca Labronica, che ha sede nella villa, il suo ricco materiale bibliografico, documentario e fotografico. Chiunque oggi può consultare (previo appuntamento con la Biblioteca) il prezioso Fondo del giornalista labronico che ha attraversato con i suoi articoli ed i suoi libri quasi un secolo di storia sociale, politica e di costume.
Santini ha scritto infatti decine di libri e da inviato dell’Europeo ( approdò al settimanale nel 1968 dopo i primi passi al Tirreno, mai abbandonato ) ha seguito per decenni tutti gli avvenimenti più importanti a livello nazionale ed internazionale.
A livello locale è stato poi il vero “cantore” della livornesità e di Livorno, di cui ha raccontato 40 anni di storia e di storie vere. E che gli ha meritato la Livorno d’oro, la massima onorificenza della sua città.
A.F.
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