Sull’acqua è il fuoco il pericolo vero
Il signor Paolo Rossini ci ha mandato la seguente mail, molto significativa:
Ho avuto modo di leggere in questi giorni le statistiche della Guardia Costiera dalle quali risulta che sono in aumento gli incendi di yacht ma anche di barchette, oltre che di pescherecci e di qualche nave. Capisco che il fuoco sia un pericolo per le navi, dove ci sono impianti complessi e molta elettricità a giro. Capisco anche gli incendi sui grandi yacht, riempiti di circuiti sotto tensione, con sale motori complicate e spesso caldissime, senza voler considerare anche le cattive abitudini dei titolari. Ma mi spiego poco gli incendi delle barchette, con motori fuoribordo anche modesti. Siamo tutti davvero a rischio fuoco in mare?
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È un vecchio detto quello che ricorda come il maggior pericolo in mare è il fuoco. E la battuta deriva dall’esperienza del passato, che ancora oggi non è totalmente superata.
Fermandoci al problema delle barchette – perché sui grandi yacht e sulle navi, come lei ha giustamente sottolineato il problema è diverso e più complesso – gli incendi e non di rado le esplosioni sono sempre dovuti ai vapori della benzina: che specie d’estate possono diventare micidiali ed esplodere anche con il semplice sfregamento di un oggetto metallico al serbatoio arroventato dal sole. Comportamenti impropri, come fumare durante un rifornimento o mentre si apre il serbatoio per verificarne il livello, diventano attentati. Un tempo ci insegnavano a tenere il serbatoietto del fuoribordo coperto da uno straccio bagnato. Oggi i serbatoi sono spesso strutturali, dentro o sotto i gavoni, per buona regola è ventilarli. Per i turbodiesel il pericolo maggiore è quando, dopo una bella navigazione e una sosta per fare il bagno, si rimette in moto: i vapori del gasolio che si sono depositati in sala motori, con la scintilla dello start se non si è opportunamente ventilato qualche volta fanno il botto. E l’estintore di bordo non basta.
Nel disegno, dalla vecchia “Agenda del motoscafista” della collana del Tagliamare, il fiammifero di troppo…
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