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Raffineria di Milazzo a rischio

Michele Marsiglia

ROMA – Le ricadute dei diktat per l’ambiente sono molteplici: e si riflettono anche sull’occupazione, senza che siano studiate le opportune contromisure. È quanto in sostanza denuncia FederPetroli Italia, che esprime grande preoccupazione per la situazione del polo industriale messinese a rischio fermo produttivo delle attività di raffinazione. La Raffineria di Milazzo oltre che rappresentare due grandi aziende dell’indotto petrolifero internazionale come ENI e Q8, è parte del processo energetico italiano e mediterraneo. Le restrizioni per le emissioni di zolfo porterebbero a bloccare definitivamente i processi di refining.

Il presidente di FederPetroli Italia Michele Marsiglia ha dichiarato: “Ritorniamo sempre sullo stesso punto, mancanza di una politica industriale strategica in Italia e di conseguenza assenza di Politica Energetica. Fra qualche mese respireremo solo l’aria, sicuramente senza raffinerie sarà più pulita ma ‘ci alimenteremo con la forza della mente’. La preoccupazioni di fornitori e contrattisti è massima. Non solo, la raffineria ha un indotto occupazionale di circa 1500 persone. La cosa che sorprende e che l’impianto di raffinazione di Milazzo è uno dei più all’avanguardia a livello internazionale, oltre ai numerosi prodotti di raffinazione come benzina, gpl, nafta, gasolio ed altri, necessari per la normale e quotidiana amministrazione, è esempio di grandi investimenti che negli ultimi anni sono stati fatti ai processi di recupero vapori, recupero gas di torcia e il sofisticato impianto di Cracking” conclude Marsiglia. 

Pubblicato il
22 Gennaio 2022
Ultima modifica
24 Gennaio 2022 - ora: 12:21

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