Pacchetto climatico UE da rivedere

BRUXELLES – L’8 dicembre scorso 12 organizzazioni europee dei settori del trasporto per vie navigabili e intermodali hanno chiesto coerenza tra le proposte “Fit for 55” (il “pacchetto climatico” proposto dalla UE) e una reale valutazione sui rischi di perdita di competitività derivanti da proposte per la riduzione delle emissioni.

Ora che ci stiamo avvicinando al processo legislativo – dice una nota dei 12 – i rischi e le opportunità attorno alle proposte “Fit for 55” diventano argomenti di discussione più tangibili e concreti. Di qui l’importante ruolo delle parti interessate istituzionali e delle loro “capacità di ascolto” per migliorare i testi e mitigare gli effetti negativi per le industrie marittime dell’UE.

La Commissione europea cerca di eliminare gradualmente le quote per vari settori coperti dall’ETS (ovvero lo scambio delle certificazioni delle emissioni) dell’UE che sono più di altri soggetti alla concorrenza internazionale e quindi alla rilocalizzazione delle emissioni di carbonio e propone invece di applicare un’imposta sul carbonio alle importazioni in tali settori.

La logica alla base di questo approccio è accolta favorevolmente in quanto incentiva i settori a ridurre le proprie emissioni eliminando le quote gratuite mentre li protegge dalla rilocalizzazione delle emissioni di carbonio introducendo un prelievo sulle importazioni in base al loro contenuto di carbonio.

A dicembre, le 12 associazioni hanno già chiesto alla Commissione di adottare un approccio simile quando si tratta di porti e navi, ovvero di spingere i settori a ridurre le emissioni affrontando il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio.

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