Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Pescherecci fermi, il mare ci guadagna?

Ci scrive sul web un lettore dell’isola d’Elba che si definisce attivista di Marevivo, la nota associazione ambientalista diffusa in tutta Italia:

La serrata dei motopescherecci, dovuta agli spropositati aumenti del costo del gasolio, mette certo a rischio un antico e duro mestiere oltre alla buona tavola di tanti appassionati. Ma mi chiedo se non vada letta anche come un bene per la salvaguardia del mare e delle specie ittiche. Abbiamo spesso operato lungo le nostre coste per ripulire i fondali da tante e tante reti abbandonate che hanno distrutto intere praterie di posidonia, oltre ad aver sconvolto colonie coralligene e rifugi di pesci, polpi, crostacei, eccetera.

[hidepost]

I periodi di fermo pesca stabiliti per legge non sembrano aver dato risultati significativi e l’itticoltura viene snobbata dai consumatori che preferiscono il pesce “selvaggio”. I pescherecci non rispettano sempre nemmeno le zone di parco dove la pesca è assolutamente proibita. Capisco che per i reati di pochi (spero!) una intera categoria sia finita sotto accusa, ma cominciamo ad essere in molti a pensare che la serrata di questi giorni non sia poi il peggio…

*

La pesca intensiva, come tutte le attività umane sviluppate in eccesso, porta a rischi non solo per l’ambiente ma anche per la società. Tutto ciò premesso non si può a nostro parere colpevolizzare una antica categoria di lavoratori perché ci sono al suo interno anche dei pirati. È vero che questi ultimi creano danni gravi: ma più grave ancora è voler punire in toto un mestiere antico come l’uomo. Come sempre, c’è una questione base di misura e di educazione, che investe anche la scuola. Come ci insegna Ted, il bambino qui fotografato che costruisce con l’argilla colorata i suoi amati e rispettati pesci di mare.

[/hidepost]

Pubblicato il
23 Marzo 2022

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio