Il trionfo della ipocrisia?
LIVORNO – C’è la guerra, e ne siamo coinvolti, volenti o nolenti. Questo è il dato di fatto di partenza. Poi ci sono le sanzioni, e ne siamo anche noi vittime consenzienti: anche questo è un dato di fatto. Poi c’è la loro applicazione, e qui si vedono anche le (tante) furbate di un’Europa che vuole il rigore e la punizione dei reprobi, purché non tocchi il proprio interesse.
Non so come la leggete voi la decisione di chiudere i porti italiani (e in altri paesi europei) alle navi russe “salvo” alcune.
E si scopre – leggendo la deliberazione qui a fianco – che nella sostanza saranno pochissime, quasi nessuna, le navi russe messe al bando. Perché portano materiali per noi vitali e quindi ci fanno comodo. Realpolitik in salsa italiana. Come ha ricordato in uno dei recenti talk show un commentatore, l’Italia è sempre stata attaccata al principio dei secoli antichi:
“Di Francia o di Spagna, purché se magna”.
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Quali saranno i porti interessati al (mezzo) divieto?
Le navi russe toccano in particolare gli scali dell’Adriatico, ma solo con materiali che fanno parte dell’elenco dei beni definiti importabili. Per quanto riguarda Livorno, dall’inizio dell’anno 2022 ne sono arrivate solo due: il 10 febbraio la “Merle” che ha caricato cellulosa al Molo Italia: e durante la guerra in Ucraina la “Lada” l’11 marzo, sempre per caricare cellulosa. Entrambe sono navette da circa 100 metri con porto di riferimento in Mar Nero.
A.F.
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