Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Perché no, la forza delle onde?

Nel vero e proprio gallinaio che tutte le sere ci sorbiamo in TV, con le più fantasiose e spesso strampalate proposte per ricavare energia elettrica dai fatti naturali – dal vento 🌬 al sole ☀, dai pedali agli asini che girano moderne miniturbine – spicca la poca attenzione ad una fonte di energia assolutamente gratuita, come ci scrive 👤 Roberto D’Urso da Trapani:

🗣🗣

La crisi del gas russo e la suicida politica dei nostri governi che da decenni si sono accontentati delle fornitura estere, stanno imponendo sacrifici a tutti noi, dalle aziende alle famiglie.

Ed è ormai evidente che non ci potrà essere una soluzione unica, ma occorreranno tante fonti di energia rinnovabili per concorrere fabbisogno.

Solare con i suoi sterminati cani di pannelli (come avete scritto) eolico con i grandi ventilatori anche sul mare, perforazioni ed estrazione di gas lungo le coste, rigassificatori galleggianti: ma basteranno?

Ho letto invece su alcune riviste inglesi che sono state sperimentate con successo turbine subacquee in grado di trasformare in energia elettrica la 🌊🌊 forza delle onde 🌊🌊 e – dove sono importanti – anche quella delle maree.

Noi abbiamo un paese che ha il record della lunghezza costiera e in più due grandi isole come la mia Sicilia e la Sardegna: perché questa soluzione non sembra interessare?

[hidepost]

*

✍✍

Provare a rispondere può apparire un esercizio presunzione, perché non siamo tecnici e tantomeno tuttologi.

Comunque ci proviamo.

Anche alcuni nostri esperti hanno sperimentato il sistema dell’energia elettrica prodotta dalle onde e dalle maree, con impianti in banchine portuali o frangiflutti dotati di elementi di galleggiamenti che venivano azionati dall’acqua.

Se né sparlato, ma evidentemente il rendimento è stato giudicato troppo modesto per gli investimenti richiesti.

Diversa la situazione in paesi che si affacciano all’Atlantico, dove le maree hanno un impatto importante – anche di metri – e le onde hanno forze dirompenti.

Ma per tutti si è evidenziato il problema della manutenzione: ogni oggetto immerso in mare viene rapidamente “aggredito” dalla vegetazione alzale e dei balani: e non bastano le già moderne vernici antivegetative per scongiurare il problema.

Dunque non è poi un discorso così banale come potrebbe sembrare, anche se è probabile che quando si inventerà una soluzione che valga sul piano dei costi e ricavi potrà essere adottata.

[/hidepost]

Pubblicato il
14 Settembre 2022

Potrebbe interessarti

La vendetta e il perdono

Dunque, la solidarietà del presidente della Toscana con Luciano Guerrieri è durata, in ossequio agli ordini di partito, l’espace d’un matin, come dicono i francesi. Anche Giani, che aveva giurato di difendere Luciano alla...

Leggi ancora

Riforma e porti in vendita

Come volevasi dimostrare: le indicazioni (attenti: sono nomi proposti, non ancora promossi ufficialmente) per i nuovi presidentI di Autorità di Sistema Portuale (AdSP), peraltro significative sul metodo, hanno sturato il vaso di Pandora. Tutti...

Leggi ancora

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora