GENOVA – Gli squali, i mostruosi e temutissimi Sharks di tanti film horror, sono davvero pericolosi per l’uomo? Un esauriente rapporto è stato pubblicato sul sito “Liguria Nautica” dove ci si riferisce al database Global Shark Attack File, che riporta tutti gli attacchi agli esseri umani nei mari del mondo. Sono registrati attacchi non solo ai sub ma anche a nuotatori, pescatori o persone cadute accidentalmente in acqua) dal 1845 ad oggi.
Sempre in questo interessante sito è possibile scaricare un file Excel che riporta uno per uno questi incidenti, specificando il luogo, il nome del malcapitato, i danni subiti, la fonte di provenienza dell’informazione e altri dati ancora.
Complessivamente gli episodi di aggressione agli esseri umani riportati in questo database sono circa 6 mila. Il picco degli attacchi si è verificato tra gli anni 2010 e il 2020. Il numero massimo è stato riscontrato nel 2015, con 143 attacchi. Nell’hit parade dei Paesi i cui mari sono più a rischio, troviamo l’Australia, seguita dagli Stati Uniti e dal Sud Africa. In Italia se ne sono registrati pochissimi, in parte nemmeno comprovati. Eppure gli squali esistono anche nei nostri mari, specie intorno alle isole maggiori.
In tutto il pianeta, nel corso del 2022, le aggressioni agli esseri umani sono state in tutto 98. Non tanti perché il database conteggia tutti gli attacchi, anche quelli che si risolvono solo con una grossa paura e senza danni fisici rilevanti. Sono pochissimi i casi in cui l’aggressione causa la morte della vittima. Anche in questo caso, il mare più pericoloso rimane sempre quello dell’Australia dove si registra una media, calcolata negli ultimi vent’anni, di circa due persone uccise dagli squali all’anno. A fronte di decine di m migliaia di squali uccisi dall’uomo ogni anno – nei paesi orientali le pinne di squalo sono prelibatissime – il pericolo vero sul mare sono gli uomini per gli squali e non viceversa. Tanto che alcuni squali sono in via di estinzione.