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L’impegno nella riforma globale

Edoardo Rixi

LIVORNO – Il viceministro delle infrastrutture con delega alla portualità 👤 Edoardo Rixi, in carica dallo scorso novembre, secondo i più ha un merito e un rischio: è un esperto genovese sui temi dei porti e della logistica, ma appunto, è genovese, quindi si porta dietro il sospetto di essere partigiano. Partigiano del primo porto italiano, il che può anche essere comprensibile, ma non basta. Però è anche uno che parla chiaro e non svicola davanti alle domande.

🎙 Signor viceministro, l’avvocato Paroli segretario generale dell’AdSP di Livorno ha ricordato che le AdSP hanno compiti di controllo anche sulla sicurezza ma che è molto difficile, anche per il sovrapporsi delle normative, operare al meglio nel campo…

🗣 “Il tema delle competenze rientra nel più vasto lavoro che stiamo avviando, quello di riformare per la terza volta la riforma portuale del 1994. È un lavoro determinante per tutta la logistica nazionale, e che deve aprire anche a una visione meno settoriale, coinvolgendo cioè la rete trasportistica, che oggi ha punti focali anche negli interporti. Nello stesso tempo dobbiamo anche tener conto della specificità del sistema portuale italiano, che a differenza di quanto avviene nella maggioranza degli altri paesi ha una molteplicità di porti, ciascuno dei quali importante per il proprio territorio ma non solo. Anche per questo bisogna coinvolgere i territori, ascoltandone le istanze e cercando di equilibrare gli interventi. Il tavolo che abbiamo aperto sulla riforma è anche in questo senso”.

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🎙 Dal dibattito di oggi è emersa l’esigenza di svecchiare la forza lavoro nei porti, con opportuni interventi normativi per i pre-pensionamenti  dei lavoratori usurati.

🗣 “Il tema è importante e sappiamo bene che il lavoro sui porti è usurante: e che cambia rapidamente, come cambiano di continuo le tecnologie alle quali i lavoratori devono necessariamente adeguarsi. Quello di un ricambio è un percorso avviato che deve andare parallelo alla riforma della Portualità. C’è di più: occorre anche aggiornare costantemente il mondo del lavoro portuale e più in generale della logistica, avendo la consapevolezza che sui porti il rischio è permanente, ma anche che una forza lavoro ben preparata, costantemente aggiornata e corresponsabile della propria responsabilità rappresenta il meglio. Pensiamo all’ingresso in banchina, già sperimentato, dei mezzi di movimentazione merci a propulsione elettrica: nessun rumore del motore che avverta, un mondo nuovo. Prepararsi, aggiornarsi, coinvolgere.”

🎙 A volte sembra che il tema sicurezza sia secondario, di fronte a priorità come quella imposta dalla UE sulle concessioni demaniali…

🗣 “Nei rinnovi delle concessioni dobbiamo far si che anche i temi della sicurezza rappresentino un valore: e questa è una partita che gli imprenditori terminalisti e della logistica si devono giocare”.

🎙 Onorevole, un’ultima domanda: il sistema portuale italiano, oggi rappresentato da più di una dozzina di sistemi che muovono complessivamente 490 milioni di tonnellate di merci all’anno, sistemi spesso in concorrenza tra loro, non andrebbe razionalizzato con un sistema di meno sistemi e maggior coordinamento dall’alto?

🗣 “Come ho accennato prima, l’Italia ha una caratteristica pressoché unica, quella di avere una molteplicità di porti ciascuno importante per il territorio ma anche in chiave nazionale. Nella riforma della legge stiamo lavorando non solo ad aggiornare la normativa operativa, ma anche per ridurre le spinte centrifughe, rispettando però i territori e le loro peculiarità”.

Antonio Fulvi

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Pubblicato il
24 Maggio 2023

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