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La neverending story di dragare a Livorno

Nel rendering: Una delle aree critiche da dragare a Livorno.

Non è un problema solo del porto da cui ci scrive, esasperato, un operatore che ben conosciamo, e che comprensibilmente ci chiede di non citarlo: ma a quanto pare a Livorno siano finiti in un “cul de sac” di norme che non sarebbero norme ma cavilli.

Morale, sono dieci mesi e più che l’AdSP non riesce a far partire un urgente, anzi urgentissimo dragaggio, che gli operatori e gli armatori sollecitano con crescente rabbia. Come il nostro amico imprenditore ci scrive sul web.

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Prendo atto che siete l’unica testata ad aver battuto più volte sulla fantacomica diatriba tra l’Autorità Portuale di Livorno e la Regione Toscana per i permessi di dragaggio al Marzocco e in Darsena Toscana.

Possibile che non ci si renda conto che questi clamorosi ritardi stanno minando la credibilità del porto e ci mettono a rischio di perdere lavoro per centinaia di persone e aziende?

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Caro amico, con noi sfonda una porta aperta. Eppure, malgrado i solleciti di palazzo Rosciano, e malgrado la Regione abbia avuto il conforto di un intervento (naturalmente dopo mesi…) del ministero competente, si continua a tenere tutto fermo. Pare che adesso da Firenze abbiano chiesto un’altra documentazione: non sappiamo bene se sullo stato delle cozze, dei vermi di fondale o altro.

L’ironia, che aveva inizialmente prevalso nella vicenda, ha ceduto ormai da tempo alla frustrazione e e alla rabbia.

Anche perché nel frattempo sia la Capitaneria di Porto, sia l’AdSP, sia i piloti e le agenzie marittime, si sono impegnati a fondo per il famoso e tanto atteso esperimento di far entrare navi più grandi nel canale industriale: così come chiede il mercato, e così come sta avvenendo in tutti i porti più importanti della nostra benamata nazione. Torna in mente l’invettiva di Dante nel VI canto del Purgatorio.

“Ahi serva Italia di dolore ostello, nave senza nocchiero alla deriva, non donna a di provincia ma bordello”.

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Pubblicato il
14 Giugno 2023

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