ROMA – Da Assarmatori, nella recente assemblea, una quasi generale bocciatura delle nuove linee guida delle concessioni doganali presentate dal governo.
Quasi scontato: un tema così delicato e fondamentale per le imprese marittime e gli armatori, per di più incancrenito da decenni di riforme e riforme-bis mai completate davvero, non può passare sotto traccia.
In toni più diplomatici si è espressa Assoporti, dove il presidente fa fatica a tenere il cluster davvero compatto.
Oltre ai rapporti con il governo sul contingente, rimane sottopelle (ma nemmeno troppo) l’antico problema dei troppi limiti delle AdSP come enti pubblici a limitata autonomia e a devastanti ukase dalla burocrazia.
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In tempi di convegni, come questi, le perplessità e i “niet” fioriscono in tutto il cluster. E sembra quasi che i presidenti delle varie associazioni imprenditoriali da una parte sollecitino una compattezza “granitica” per far massa verso gli organi istituzionali: dall’altra però benedicano la nascita di nuove sotto-associazioni che vengano a pescare potere e prestigio in un campo per troppi anni rappresentato da rapporti più o meno personali, ad alto altissimo livello sia nazionale che internazionale. Chi critica (e non manca) sostiene la solita caccia alla poltrona o poltroncina personale.
Critiche qualche volta ingenerose: ma che non vanno ignorate almeno in linea di principio.
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