Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Troppi rivoli diversi sui sistemi digitali

Alla vigilia della presentazione dei progetti 2024 del PNRR, l’interoperabilità dei sistemi informatici resta un’utopia con decine di sistemi spesso pubblici che non comunicano fra loro e con il mercato.

🗣️ “Siamo tornati alla logica delle ferrovie di inizio secolo, con ogni Stato dotato di reti con binari a scartamento differente rispetto a quelli del Paese confinante. Solo che ora accade per i sistemi operativi che dovrebbero razionalizzare, rendere efficiente e regolare la logistica e quindi interi sistemi di trasporto. Per questi non solo non esiste una cabina di regia europea ma anche i singoli Stati stanno disperdendo le risorse in mille rivoli, progettando spesso sotto guida pubblica sistemi che non dialogano fra loro e che quindi da un lato, rifiutano le regole del gioco che dovrebbero essere dettate dal mercato, e dall’altro, disperdono risorse”.

La denuncia è di Federlogistica che, per voce del suo vicepresidente 👤 Davide Falteri, per la prima volta in modo inequivocabile evidenzia i rischi derivanti da scelte che sono la negazione della cosiddetta interoperabilità dei sistemi informativi della supply chain. 🗣️ “Una supply chain – sottolinea Falteri – nella quale ognuno procede in maniera indipendente, i sistemi operativi anche più evoluti come i PCS (Port Community Systems) sono tutti incompleti e dove gli unici esempi di “dialogo” fra sistemi informatici sono forniti in modo parziale da progetti Interreg a raggio di azione limitato”.

E secondo il portavoce di Federlogistica il fatto che nel 2024 i progetti relativi all’interoperabilità dei sistemi logistici e di trasporto dovrebbero essere finanziati nell’ambito del PNRR, rischia 🗣️ “di trasformare un’opportunità in un fallimento destinato a ripercuotersi sull’efficienza del sistema di mobilità delle merci e quindi, di riflesso, anche del sistema produttivo del Paese che dipende da una logistica efficiente”.

🗣️ “L’esperienza di UIRNet è fallita, l’alternativa rappresentata dal trasferimento delle competenze per la digitalizzazione al Ministero dei Trasporti ha bisogno di un’accelerata per dare risposte all’intero comparto. È fondamentale utilizzare in modo strategico al più presto i 250 milioni disponibili dal PNRR – conclude Falteri – Lo sviluppo delle infrastrutture portuali deciso e avviato quest’anno rischia di trasformarsi in un boomerang se i porti non disporranno di un codice unico di dialogo con i retroporti, con i centri produttivi, con i sistemi e gli operatori logistici e ogni container in più che dovrà essere assorbito dal sistema logistico Italia potrebbe solo incrementare la non governabilità del sistema trasporti e della logistica italiana”.

Pubblicato il
9 Agosto 2023

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio