La Toscana e i caminetti

FIRENZE – L’obbligo varato quasi…clandestinamente dalla Regione Toscana di dichiarare caminetti, stufe a legna o pellets e (forse) barbecue etc. Sta provocando tra ilarità, maledizioni e commenti irripetibili. La parlamentare Erica Mazzetti c’è andata giù dura. “Ecofollia”. E ci sono già prese di posizione in consiglio regionale per chiedere di ritirare la cosa, o almeno prorogare i termini per un’auto-denuncia da parte dei cittadini: termini che, proprio per la quasi clandestinità del provvedimento, sono già scaduti senza che nessuno lo sapesse. In più chi non ha fatto denuncia – cioè tutti – è già passibili di multe “da 500 a 3000 euro”. Ce n’è anche i Comuni, che sono stati investiti dell’obbligo di fare controlli.

Sul quotidiano toscano La Nazione una intera pagina è stata dedicata nei giorni scorsi alla “ecofollia” fiorentina. Con qualche imbarazzata precisazione dell’assessore Monia Molli: niente volontà persecutoria, solo la ricerca di conoscere fonti a suo detto inquinanti (cioè il fumo della legna…), tanto che un caminetto o una stufa a legna” inquinerebbero 4.200 volte di più di una caldaia a gas.”

Naturalmente, come in tutti i provvedimenti cervellotici che fanno incazzare la povera gente (certo che stufe a legna e caminetti non riguardano i mega-appartamenti di città) ci sono molte scappatoie: non andrebbero denunciate le cucine a legna, i caminetti o stufe “se necessari come unica fonte di riscaldamento”, i caminetti “chiusi” (?) e presenti solo per arredamento.

Chi decide? Non si capisce bene: e comunque i controlli spettano d’obbligo ai Comuni, che a loro volta non saprebbero bene come fare: contare i fumaioli sui tetti, e distinguere quelli con il fumacchio e quelli no? Una sola consolazione: di multe, per il momento non se ne fanno. Poi si vedrà…

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