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Crociere OK ma frenano le infrastrutture

MIAMI – Il Mediterraneo continua ad essere il traghetto preferito per le crociere di medio termine, con imbarco diretto nei principali porti italiani, spagnoli e francesi: ma le turbolenze della zona Est, con la sponda dal Libano all’Egitto che ribolle stanno rilanciando anche due aree fino a ieri marginali per le compagnie europee: i Caraibi, con collegamenti diretti via charter aereo e sul Nord Europa, con la lusinga dei panorami scandinavi fino alle soglie della banchina polare. E anche le navi diventano più specializzate: i grandi e lussuosi bastimenti da migliaia di passeggeri, orgoglio della progettazione e costruzione italiana, sono in continua evoluzione all’insegna del green; ma fioriscono anche le navi di medie dimensioni, quasi sempre con caratteristiche esclusive di extra-lusso, come la neonanata compagnia del Gruppo MSC. Su tutte fa presa la previsione ufficializzata dal recente meeting di Tarano di Risposte Turismo che prevede per il 2024 – anno non certo considerato tra i m migliori per i consumi personali – almeno 5 mila toccate nave in Italia e dai 13 ai 15 milioni di passeggeri.

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Rimane da capire come stiano aggiornandosi i porti che aspirano a diventare grandi hub delle crociere. Perché i progetti sono molti, quasi tutti di eccellenza: ma ancora oggi – l’abbiamo già scritto di recente – siano complessivamente con strutture in dietro rispetto anche ai porti del Nord Africa centro-occidentale.

E a frenare le nuove stazioni passeggeri sono più che altro la burocrazia dei permessi, inchiodati da lungaggini che non hanno eguali in altri paesi del mondo.

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Pubblicato il
11 Novembre 2023
Ultima modifica
13 Novembre 2023 - ora: 19:04

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