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Il rottame come business

Nella foto: Un cimitero di navi in rottamazione.

RIMINI – Nel convegno di presentazione dello studio di settore di Assofermet sul recupero e riciclo dei metalli in Italia sono stati presentati dati della prima ricerca in Italia sugli impianti di recupero di rottami metallici e di autodemolizione. Realizzato insieme a Cerved, lo studio ha messo in luce l’importante stato di salute del settore: fra il 2019 e il 2021 per le società di capitali attive si è registrato un aumento del fatturato (oltre il 64%), del margine operativo lordo e del numero complessivo di dipendenti.

Il settore italiano del recupero di rottami e autodemolitori è formato complessivamente da 7.457 imprese. Il 65,9% del totale delle imprese si occupa principalmente di commercio all’ingrosso di rottami, il 20% ha come attività principale il recupero di rottami e cascami metallici e il 14,1% è composto da autodemolitori.

Le società di capitali rappresentano il 41% delle imprese analizzate. Stando agli ultimi dati disponibili (2021), il fatturato complessivo delle 2.704 società di capitali attive è pari a €16.926.487.000. Il 72,31% delle imprese ha un fatturato inferiore ai 5 milioni di euro, mentre il 20,3% ha registrato un fatturato compreso fra i 5 e i 25 milioni di euro; superano i 25 milioni di euro i bilanci del 7,39% delle imprese. Le aziende che si occupano di commercio all’ingrosso di rottami sono responsabili di più di 9 miliardi di euro di fatturato, vale a dire oltre la metà del dato complessivo. 

I bilanci del 2021 indicano una crescita complessiva del 64,5% del fatturato rispetto a due anni prima, quando era di poco più di 10 miliardi di euro (nel 2020 il dato era di circa 9,5 miliardi). Per quanto riguarda il 2022, i bilanci previsionali e i bilanci depositati indicano un leggero calo rispetto al 2021: 16,8 miliardi di euro, dato ancora maggiore rispetto al 2019. Per il 2023 si prevede invece un bilancio previsionale di 18 miliardi di euro. Il trend del margine operativo lordo (MOL) negli anni analizzati vede un’importante ascesa: da poco meno di 400 milioni di euro nel 2019 a 439 milioni nel 2020, fino ad arrivare a 1 miliardo e 200 milioni di margine nel 2021. Si prevede che i livelli siano stabili nel 2022 e nel 2023. 

Per completare il quadro di un settore in ottima salute, anche il numero di dipendenti delle società di capitali attive, assestato a 14.767 nel 2019, è aumentato: 16.349 persone impiegate nel 2021, vale a dire una crescita del 10,7% e una media di poco più di 6 dipendenti per azienda. Un ultimo dato sulle società di capitali attive è relativo alle immobilizzazioni materiali: il valore complessivo è di 1,45 miliardi di euro, detenuti in gran parte dagli impianti di recupero di rottami (40,59%) e dalle imprese che si occupano di commercio all’ingrosso (37,05%).

Un ultimo spunto interessante emerso dalla ricerca è il dato sulle attività che si occupano di commercio di rottami come attività secondaria nell’ambito del proprio business. Il fatturato complessivo di queste imprese nel 2021 è di quasi 7 miliardi di euro. È un dato che include anche le linee di business principali, diverse dal commercio di rottami, che con grande probabilità incidono maggiormente sul bilancio nel suo complesso.

Pubblicato il
15 Novembre 2023

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