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Shipping in piena crisi

Angelo Roma

LIVORNO – “In pochi conoscevano gli “houthi” – scrive Angelo Roma, nella sua veste di maritime consultant da sempre addentro, in particolare, anche ai traffici marittimi di Zim – ma da quando Hamas, il 7 ottobre dell’anno scorso, ha attaccato Israele e gli yemeniti conseguentemente si sono allineati con i palestinesi, abbiamo dovuto prenderne consapevolezza: variante sciita radicale dell’Islam, presente solo nello Yemen, ma supportata pesantemente dall’Iran.

I loro atti di pirateria verso le navi che hanno merci dirette in Israele stanno facendo cambiare l’intera economia mondiale, nel senso che le rotte storiche nel Mar Rosso delle maggiori Compagnie di Navigazione sono state modificate o addirittura, non sono più presenti nell’area. A quanto pare solo le navi cinesi e russe, restano immuni dagli attacchi, ma disertano dichiaratamente i porti israeliani.

“Certo è che circumnavigare l’Africa – scrive ancora Angelo Roma – non può che portare, come già si vede, l’incremento dei prezzi di ampia portata (tra gli altri il carburante e il personale, oltre a richiedere fino a due settimane in più per arrivare alle medesime destinazioni, con tutte le conseguenze: riorganizzazione delle spedizioni e disponibilità delle navi).

Non continuo in dettagli, considerato che il direttore Antonio Fulvi mi ha chiesto specificamente “Che cosa comporta la crisi del Mar Rosso per i traffici del Mediterraneo e in particolare per i porti del Tirreno, Livorno in testa?”.

Allo stato attuale, fine della seconda settimana di gennaio, si sta monitorando la situazione, ma non ci sono ancora dati specifici da fornire a questo riguardo, considerato che nel medio termine non dovrebbero esservi ripercussioni significative sui volumi totali. Il centro studi SRM fornisce un possibile scenario nell’immediato, che io condivido: non si entra nel Mediterraneo e si va a sbarcare nel Nord-Europa.

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“Molto interessante è anche quello che scrive la mia amica Antonella Teodoro (MDS TRANSMODAL): “con l’avvicinarsi del Capodanno cinese, il 10 febbraio, i vettori potrebbero cercare di dividere i servizi sulle principali linee Asia-Europa. Ad esempio, prima della chiusura delle fabbriche cinesi, gli armatori potrebbero scegliere di schierare navi più grandi dalla Cina verso hub di trasbordo nel Mediterraneo, come Tangeri Med e Algeciras, per poi trasferire i carichi su caricatori più piccoli al fine di completare la tratta finale verso altri porti in Europa”. Naturalmente, questo sarebbe operativamente più complicato, sia in termini di tempi che di costi aggiuntivi, ma alleggerirebbe la pressione sull’utilizzo delle navi transoceaniche”.

Dover ‘dirottare’ le navi implica certamente ritardi nel carico e nello scarico anche da e per i porti italiani; soprattutto per quelli di Gioia Tauro, Genova, La Spezia e Trieste, e solo in piccolissima misura per il nostro porto, perché Livorno è più proiettato verso l’Ovest Atlantico.

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Pubblicato il
17 Gennaio 2024

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