SIENA – La presenza di antenne per la telefonia mobile è una costante negli skyline delle città. Infastidiscono gli amanti dell’estetica, preoccupano i residenti e spesso sono oggetto di dibattito nei consigli comunali e negli uffici delle sovrintendenze. Polemiche che nei prossimi mesi e anni torneranno alla ribalta con l’arrivo del 6G, che causerà una nuova raffica di riqualificazioni ed incremento delle SRB (stazioni radio base, ndr).
Sarà questa la prossima sfida che dovrà affrontare Towerlend. azienda nata nel 2018 in provincia di Siena, si pone come obiettivo quello di costruire antenne e strutture di nicchia customizzate per i giganti della telefonia. Il lavoro dell’azienda è collegato alla produzione di rendering e customizzazioni progettuali. A fondare Towerlend è stato Alvaro Gjeci. Classe 1994, giovanissimo imprenditore originario di Montepulciano. La sua sfida è peraltro titanica: lottare contro multinazionali che operano da decenni nella costruzione delle antenne, per cercare di convincere i giganti della telefonia che con investimenti più accurati (e green) il mondo si può cambiare partendo dall’estetica.
Il business per ora funziona: fatturato in continua crescita (700 mila euro, +17% nell’ultimo anno), una decina tra collaboratori e dipendenti, trecento strutture progettate-fornite-installate nel corso del tempo praticamente in tutte le regioni italiane e un orizzonte di crescita enorme.
Nel corso degli anni, l’azienda ha registrato quattro brevetti, due a livello nazionale e due a livello europeo. “Rispetto ad una struttura standard, le nostre utilizzano un 15% in meno di carpenteria metallica”, spiega Gjeci. “Nell’installare, impieghiamo in media il 18% in meno del tempo che serve ai nostri competitor. Ma la vera rivoluzione è la capacità di accogliere più operatori e configurazioni all’interno di esse, il che garantisce meno impatto visivo per i cittadini e più efficienza per il sistema della telefonia.