MILANO – Diciamo solo che le buone intenzioni sono tante, tantissime: e dimentichiamoci il vecchio detto secondo il quale “le strade per l’inferno sono lastricate di buone intenzioni”. Fatto, è che in questi tempi i convegni, i webinar, le promesse e i piani si susseguono al ritmo degli annunci di quasi-guerra e quasi-tregua, regolarmente traditi.
Anche al G7 dei Trasporti, dei giorni scorsi a Milano, si è andati poco oltre ai confronti tra paesi industriali – peraltro sempre utili – sui temi della decarbonizzazione, dell’invasione delle auto elettriche cinesi, dello sviluppo ferroviario, del ponte di Messina.
Avremmo gradito qualcosa di più pregnante – e conclusivo – sui trafori alpini vietati, sulle imposizioni del verdismo ideologico sulle tasse nei porti, sulla reale utilità o meno dei tanti cold ironing.
Avremmo gradito.
(A.F.)