BRUXELLES – Una vittoria a misura stretta, che non cambia al momento le cose ma almeno riconosce il diritto dell’Italia – e degli altri paesi europei – a difendere il transito dei proprio mezzi pesanti attraverso l’Austria. È la lunga, faticosa, costosa vertenza sui transiti del Brennero e sulle autostrade austriache.
Una vertenza lungi dall’essere finita, come invece molti speravano.
È questo il senso della sentenza della Corte di Giustizia dell’UE sul ricorso presentato dall’Italia.
I giudici hanno preso atto delle spiegazioni fornite dall’Austria sui temi di natura ambientale, ma hanno riconosciuto che le misure austriache non sono coerenti e non consentono davvero di raggiungere gli obiettivi prefissati (tutela dell’ambiente, sicurezza stradale, fluidità del traffico o sicurezza dell’approvvigionamento).
Incidono inoltre sulle imprese straniere piuttosto che su quelle austriache. C’è anche la bacchettata all’Italia: sulla “presunta mancanza di leale cooperazione” da parte dell’Austria, contestata dall’Italia, la commissione sostiene che non sono stati riferiti elementi sufficienti a sostegno dell’accusa stessa.
Un passo avanti dunque, ma nei tempi e nei passaggi della più defaticante euro-burocrazia. L’Italia potrà decidere di deferire il caso alla Corte di Giustizia dell’UE, se non sarà raggiunta una composizione amichevole che la commissione UE “ rimane pronta a sostenerle in tale sforzo”.
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Battaglia perduta per l’Italia, insieme ad altri due paesi europei (Polonia e Slovacchia) sulle misure che la UE impone per la “decarbonizzazione” dei mezzi di trasporto pesanti. “Bruxelles inguaia pure i Tir” titolava due giorni fa un quotidiano italiano: il consiglio dell’Unione Europea ha varato definitivamente le misure sul taglio delle emissioni dei mezzi pesanti (-90% dal 2040 per i Tir), anche se ancora rimangono sul vago temi fondamentali come quello degli strumenti (oggi inesistenti in larga scala) per le misurazioni sul campo. Certo, c’è tempo: ma i commenti generali delle imprese e delle associazioni dei trasportino su strada sottolineano come ancora una volta è l’ecologismo “visionario” a vincerla malgrado i danni che produce all’economia reale.
Amaramente sarcastico il commento di 👤 Paolo Uggè, presidente di Conftrasporto: 🗣️ “Una politica pseudo-ambientale strumentale ed ideologica – ha detto – che mette in gioco il futuro di tante imprese, non certo in difesa del pianeta”.
Uggè ha anche ricordato che l’Italia ha il parco coricante di veicoli pesanti più vecchio d’Europa, con il 50% composto da mezzi inferiori all’Euro IV.
I Tir elettrici sono lo 0,3% del mercato nazionale e le loro immatricolazioni a nuovo sono da due anni in calo, vicine allo zero.