Agostinelli: i trucchi sull’ETS

Andrea Agostinelli

NAPOLI – Anche il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli, ha partecipato alla presentazione dell’undicesima edizione del rapporto “Italian Maritime Economy” di SRM, quest’anno dedicato all’analisi delle nuove sfide dei trasporti marittimi nell’area euro-mediterranea, con particolare attenzione all’impatto della crisi nel Mar Rosso e alle trasformazioni imposte dai modelli green indicati dall’Unione europea. 

Nel corso dell’incontro, tra gli altri, hanno preso parte Emanuele Grimaldi, ceo di Grimaldi Group e presidente dell’International Chamber of Shipping, e Sabrina De Filippis, ceo di Mercitalia Logistics. 

<<Si tratta – ha commentato il presidente Andrea Agostinelli – di un documento di alto valore scientifico, in quanto offre riflessioni specifiche di settore e approfondisce tematiche attuali. Nel seguire le principali dinamiche di sviluppo globali, offre la fotografia dinamica del contesto economico che interessa il Mediterraneo e il suo valore geostrategico all’interno del circuito mondiale dei traffici marittimi>>. 

Nella relazione – ha sottolineato Agostinelli – è chiaro il meccanismo imposto dalla direttiva ETS che si applica al 100% della tratta tra porti interni all’area EU-EEA, al 50% della tratta quando solo uno tra i porti di provenienza/destino è interno all’area EU-EEA e allo zero percento quando nessuno di questi è interno all’area EU-EEA. 

La letteratura di settore e la stessa Commissione UE – si chiarisce nella relazione – hanno individuato quattro principali metodi elusivi del sistema applicabili al settore marittimo nel suo complesso. La direttiva può essere, infatti, elusa, generando effetti distorsivi del mercato, quando si aggiunge un porto di scalo appena al di fuori dell’area EU-EEA, oppure cambiando l’ordine dei porti delle programmazioni attuali in modo che il porto regionale extra EU-EEA sia il primo scalo dell’area, ma anche quando si rimuovono tutti i porti EU-EEA dalla programmazione e demandando l’alimentazione dei porti europei da porti non EU-EEA e infine rimuovendo alcuni dei porti EU-EEA. 

Tutta la comunità scientifica – si conclude – è concorde nel ritenere che il settore più esposto a dinamiche elusive e di delocalizzazione sia quello del container transhipment.  

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