Sul “Vespucci” i primi passi dell’India-Eu Corridor
ROMA – Torna a casa, dopo aver attraversato il Mar Rosso e lo stretto di Suez – sotto scorta per evitare incidenti – la nave scuola Vespucci che ha fatto il giro del mondo. Il tour continuerà nel Mediterraneo con 14 tappe in Italia più due all’estero, Durazzo e Malta. Prima toccata sul suolo italiano, il porto di Trieste, il prossimo 1 marzo.
“Con l’Amerigo Vespucci – ha sottolineato il ministro della Difesa Guido Crosetto – abbiamo inaugurato un nuovo modo di portare il “Sistema Italia” nel mondo. Lo abbiamo usato per la diplomazia politica, culturale, gastronomica. Ci siamo portati dietro le più grandi industrie”.
Prima tra tutte le grandi aziende del Made in Italy è la Fincantieri, con Pierroberto Folgiero presente a Jeeddah, per i memorandum d’intesa sulle nuove opportunità di business nei nostri segmenti di attività, quello delle navi militari per primo.
Anche in Arabia l’arrivo del Vespucci, come già riferito, è corrisposto all’apertura del Villaggio Italia, inaugurato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Con il primo ministro saudita Mohamed bin Salman Al Saud, il presidente Meloni ha affrontato i temi di cooperazione del Golfo, dell’auspicata pace in Ucraina, del cessate il fuoco a Gaza, la transizione energetica, lo sviluppo di data center e iniziative per il sostegno dell’Africa.
Il bel veliero scuola è stato il punto focale della nuova politica estera italiana. Ha toccato 28 nazioni in cinque continenti. In India, il cui governo ha appena annunciato un piano di investimenti sui porti da mille miliardi di dollari in vent’anni sono stati approfonditi i gemi sul progetto del corridoio Imec, promosso dall’Italia e pensato come alternativa più o meno provvisoria alle ricorrenti crisi di Suez e in particolare alla cinese One Belt One Road, che appare sempre più remota per i vari niet specialmente della UE e della nuova amministrazione USA.
La toccata del Vespucci a Mumbai, l’ex Bombay, risale al 30 novembre. È da qui che l’Imec – accordo firmato da Usa, Ue, India e singoli paesi europei – intende costruire un corridoio trasportistico che punta sulla crescita della produzione industriale indiana e progetta di trasferire la merce prodotta da Mumbai a Dubai e da qui in treno per tremila chilometri via Emirati, Arabia, Giordania e Israele, riportando il carico su nave ad Haifa e giungendo infine a Trieste, ben connessa via ferrovia a tutti i Paesi dell’Europa centro-orientale.
L’India-Middle East-Europe Economic Corridor, che piace agli Usa per la valenza simbolica e il legame con gli aspetti strategici e di sicurezza, è sponsorizzato con convinzione dal governo Meloni, e dagli esponenti di Fratelli d’Italia in particolare, in linea con gli accordi di cooperazione Italia-India appena firmati dalla Meloni e dal premier indiano Narendra Modi al G20 di Rio de Janeiro.
“L’India e l’Italia – aveva detto il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, durante la tappa del Vespucci a Mumbai – condividono legami culturali e commerciali che risalgono a secoli fa. Ciò significa che le due nazioni sono ben posizionate per costruire una “Via del Cotone” come alternativa alla “Via della Seta” cinese, investendo in porti, logistica, dati e tecnologie informatiche come i cavi sottomarini”, a partire da quello con cui Sparkle intende collegare Mumbai e Genova.