Ancona, a marzo cifre super dopo un inizio 2025 con i traffici in salita
ANCONA. Nel porto di Ancona il mese di marzo i traffici sono andati a gonfie vele: la movimentazione delle merci è aumentata del 15% rispetto a dodici mesi prima passando da 656mila a 755mila tonnellate: questo ha consentito di spostare verso il segno “più” l’andamento complessivo dei primi tre mesi che in totale hanno raggiunto i 2,12 milioni di tonnellate (a fronte dei 2,03 nel periodo gennaio-marzo 2024) con un incremento di quattro punti percentuali.
È un po’ tutto il sistema portuale dell’Adriatico Centrale (che include anche gli scali di Ortona e Vasto) a veder crescere i traffici commerciali: 75mila tonnellate in più (più 3%) così che complessivamente si sfiora quota 2,5 milioni di tonnellate. «Un incremento dovuto in particolare all’aumento delle merci solide (più 11%) rispetto ad una diminuzione delle merci liquide (meno 8%)», spiegano dal quartier generale dell’istituzione portuale.

Il porto di Ancona in una veduta aerea
Guardando dentro i dati, emerge che nel periodo da inizio gennaio a tutto marzo 2025 lo sbarco di merci alla rinfusa e general cargo cresce del 149% e supera le 141mila tonnellate: a trainarlo sono minerali e prodotti metallurgici. In crescita di sette punti percentuali le merci nelle navi traghetto. Quanto alle rinfuse liquide, c’è stata sì una ripresa in marzo (più 24%) ma questo non è bastato a riscattare i due mesi precedenti, tant’è che il trimestre chiude con una flessione di undici punti.
Relativamente al versante dei container, va detto che quelle in container mettono a segno un incremento del 15 oer cento ma se li misuriamo in teu ecco che un marzo positivo (più 8%) non è sufficiente a far arrivare in territorio positivo l’andamento del trimestre: ok il mese di marzo 2025 (più 8%, raggiungendo i 13.174 teu movimentati), però nell’arco del primo trimestre si sconta un qualche arretramento (meno 1,5%).
Invece i dati del traffico tir e trailer riguardanti le “autostrade del mare” relativi allo scalo dorico mostrano un incremento di sei punti percentuali, e questo – fa rilevare l’Authority marchigiana «sia nel primo trimestre 2025 sia nel mese di marzo.
Capitolo traghetti: si è arrivati a quota 87.491 transiti, un dato «in linea con il 2024 grazie alla positiva performance della Grecia (3% in più) e dell’Albania (7% in più)».
ORTONA IN ARRETRAMENTO. La movimentazione totale di merce nel porto di Ortona scende di quasi dieci punti (meno 9,3%) nel periodo gennaio-marzo rispetto all’analogo arco di tempo nello scorso anno. Nell’ultimo mese “fotografato”, quello di marzo, la flessione si è aggravata: il dato di quei 31 giorni parla di un calo del 28%, dovuto – si sottolinea – «sia al traffico di merci liquide (meno 30%) che alle rinfuse solide (meno 27%)». Sul fronte delle rinfuse liquide, in particolare nei primi tre mesi cala lo sbarco dei prodotti petroliferi raffinati (meno 14%), mentre in fatto di rinfuse solide, la diminuzione (meno 6%) è «imputabile ad una riduzione dello sbarco di tutte le tipologie merceologiche».
VASTO INVECE HA IL SEGNO “PIÙ”. Sempre guardando al periodo fra Capodanno e fine marzo, il porto di Vasto mette a segno un incremento di 14 punti percentuali nel tonnellaggio delle merci del 14% e supera quota 118mila. Dipende dal “momento sì” delle rinfuse liquide (più 89%), in particolare lo sbarco di derivati di prodotti alimentari e l’imbarco di petroliferi raffinati. Giù del 20% invece le rinfuse solide, principalmente «lo sbarco di prodotti metallurgici e di derrate alimentari». È da segnalare che a febbraio e marzo di quest’anno – viene puntualizzato – è ripartito l’export di veicoli commerciali: però con numeri inferiori allo scorso anno (meno 82%), visto che nel primo trimestre stiamo parlando di 552 veicoli a fronte dei quasi tremila nello stesso periodo dello scorso anno.
Vincenzo Garofalo, presidente dell’ Autorità di sistema portuale del mare Adriatico centrale, vede «nel complesso alcuni segnali incoraggianti». Certo, resta il fatto – aggiunge – che la situazione mondiale resta assai complicata ormai da tempo, tuttavia la comunità marittimo-portuale del territorio «continua a sostenersi sulla diversificazione dei traffici». Questi numeri spingono l’Authority a «impegnarsi con altrettanta determinazione per dare il nostro contributo alle potenzialità della portualità nazionale».