Visita il sito web
Tempo per la lettura: 5 minuti
MARE

Controlli e soccorsi, il lavoro della Guardia Costiera “vale” un miliardo e mezzo

Il report: il valore è il 53% in più di quanto costa alla collettività

ROMA. “Ancorati al passato con rotta verso il futuro”: è lo slogan che campeggia in una delle 89 pagine del dossier che, contando sulla collaborazione del centro studi ricerche Srm (appartenente alla galassia Intesa Sanpaolo e sostenuto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo) vuol farsi i conti in tasca. Conti per dire anche quanto “vale” il lavoro degli uomini e delle donne della Guardia Costiera per il sistema Paese.

Stiamo parlando del rapporto dal titolo “Il contributo della Guardia Costiera all’economia del Paese”: una iniziativa messa in pista dal Comando generale della Guardia Costiera in occasione degli eventi legati al 160° compleanno dell’istituzione militare, istituita nel 1865 a Firenze, dove pochi mesi prima l’Italia aveva trasferito la propria capitale prima che qualche anno più tardi lo diventasse Roma.

L’ammiraglio ispettore capo Nicola Carlone, comandante generale della Guardia Costiera

La ricerca in occasione del 160° compleanno

In pratica, vuol mettere in evidenza nel report che il saldo attivo della propria attività non è solo una generica importanza in termini di sicurezza per evitare che qualcuno corra pericolo in mare o qualcun altro compia guai inquinando l’ambiente. È un lavoro impagabile perché è un valore che non ha prezzo il salvataggio della vita umana o la tutela del mare. Ma, in occasione del 160° compleanno, la Guardia Costiera ha provato per un volta a calcolare il valore economico di quest’opera di salvaguardia.

Ed ecco la sorpresa. Guardando al «valore della produzione generato dalla Guardia Costiera nel corso di un anno» e comparandolo «alle entrate ricevute dall’organizzazione per garantirne l’ordinaria operatività», salta agli occhi qualcosa di inatteso: nell’arco dei dodici mesi dello scorso anno «si stima che la Guardia Costiera abbia generato un valore di oltre 1,4 miliardi di euro» (per la precisione: un miliardo 429 milioni). Sull’altro piatto della bilancia ci sono i 931 milioni ricevuti. Risultato: ogni mille euro avuti, la Guardia Costiera ne ha “restituiti” al sistema Paese 1.530, «ovvero il 53% in più».

È un aspetto rimarcato nel suo intervento dall’ammiraglio ispettore capo Nicola Carlone, comandante generale della Guardia Costiera: il report certifica con la forza dei numeri che «investire nella Guardia Costiera rappresenta un valore per il sistema Paese, con un ritorno economico significativo per ogni euro pubblico investito». Appunto: «una conferma oggettiva dell’importanza strategica del nostro operato e del valore aggiunto che il Corpo produce quotidianamente per il Paese».

La sede della Guardia Costiera a Livorno

La “fetta” più grande del valore economico è l’attività di controllo

Fra i servizi che hanno generato valore aggiunto, il dossier indica che i soccorsi costituiscono poco meno del 33% (con oltre 140 milioni di euro di valore) e i servizi amministrativi quasi dieci punti percentuali (la metà per le patenti nautiche, appena sopra i 20 milioni di euro) ma la fetta più grande arriva dall’attività di controllo e monitoraggio (quasi il 58%, cioè 248,6 milioni di euro). Suddivisi così: 58,6 milioni il valore del monitoraggio tramite il sistema Pelagus (il sistena avanzati attraverso il quale sono stati puntati gli occhi su 625mila unità navali); 52,0 milioni i controlli sulla filiera ittica; quasi 47 milioni i controlli ambientali; oltre 43 milioni i controlli su attività balneari e diportistiche; 27,2 l’ammontare del valore relativo agli interventi sulla sicurezza della navigazione.

Nel report  si spiega la metodologia con cui si arriva a queste stime, così come si tiene a sottolineare che sono indirettamente valore le occasioni in cui un ente rispetta le euro-normative e dunque evita al Paese di essere castigato. Ad esempio, dal 1987 al 2023 la Commissione europea ha aperto 24mila procedure d’infrazione, 1.700 delle quali ancora in corso. Al 10 gennaio scorso risultavano aperte nei confronti dell’Italia 64 fra tali procedure, un terzo dei quali relativamente all’ambiente (con l’Italia che è stata costretta a pagare un miliardo in 11 anni. La Guardia Costiera nel dossier rivendica l’impegno nel riuscire a far rispettare le normative europee in ambito marittimo.

Più di 10mila persone, il 12% donne

Nel report si informa che il valore annuale generato del know how delle risorse umane è pari a 49,4 milioni di euro: più di 10mila le persone al lavoro nella Guardia Costiera, di cui il 12% donne; sono 1.307 gli ufficiali, 4.184 i sottufficiali e quasi 5mila i militari nel personale di truppa. Nel 2024 la formazione ha riguardato una larga parte del personale (3.300 per un investimento di 4,8 milioni e 98mila ore erogate): dei tre centri di formazione uno è a Livorno, quello che riguarda la formazione specialistica in materia ambientale, di pesca e dei servizi d’istituto.

La flotta navale conta su 584 unità navali, valore complessivo 107 milioni: e nello scorso anno sono stati spesi cinque milioni di euro per 19 nuove unità, gli interventi di risistemazione (refitting) hanno riguardato cinque unità, valore 4 milioni.

Quanto alla flotta aerea, la Guardia Costiera ha 16 elicotteri (con valore residuo 70,7 milioni) e quattro aerei (valore residuo 579mila). Come nuovi investimenti  in questo campo si contano 14 elicotteri (valore 242 milioni) e un aereo (58,5 milioni). A ciò si aggiungano 1.234 veicoli più 63 acquistati come nuovo investimenti (valore totale 6 milioni e passa).

Parlano le cifre: l’identikit del Corpo

Sul fronte dell’azione di controllo, nel corso del 2024 la Guardia Costiera rende noto di aver effettuato:

  • 186.000 controlli complessivi di vario tipo
  • 054 controlli ambientali in mare e lungo le coste, prevenzione di fenomeni di sversamento illegale a tutela dell’ambiente marino
  • 582 missioni aeronavali per la salvaguardia delle biodiversità e la tutela del patrimonio archeologico sommerso
  • 855 controlli per la sicurezza balneare e il rispetto delle norme sulla nautica da diporto a tutela di bagnanti e diportisti
  • 607 controlli sulla filiera della pesca a tutela del patrimonio ittico

Nel corso di questa imponente mole di attività, la Guardia Costiera annuncia di aver scovato

  • 117 illeciti amministrativi
  • 541 reati ambientali
  • 370 notizie di reato
  • 752 sequestri amministrativi
  • 406 sequestri penali.

L’ammiraglio premia la compagnia Carnival

Alla presentazione, moderata dalla giornalista del “Sole 24 Ore” Manuela Perrone e aperta da un’introduzione del capitano di vascello Maurizio Tattoli, oltre al comandante generale, è intervenuto anche l’economista  Alessandro Panaro (Srm) che ha illustrato lo studio. Erano presenti anche il vicepremier Matteo Salvini e il ministro per la protezione civile e le politiche del mare, Sebastiano Nello Musumeci.

A corollario dell’evento è stato inoltre attribuito il “Flag State Performance Award 2024” alla compagnia Carnival Maritime GmbH, società del gruppo Carnival, per la miglior performance tra le flotte di bandiera italiana nel 2024. A ritirare il riconoscimento consegnato dall’ammiraglio Carlone – dopo la presentazione a cura del capitano di vascello Francesco Cimmino, capo reparto sicurezza della navigazione del Comando generale – erano presenti in rappresentanza della compagnia Stefan Deucker e Tommaso Grimaldi.

Pubblicato il
30 Maggio 2025

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio