Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti
L’ACCUSA

«La ferrovia Venezia-Trieste è sparita dal radar del governo»

Serracchiani (Pd): chiacchiere a vuoto sul Ponte e zero risorse sulle cose urgenti

Debora Serracchiani

TRIESTE. «Si trovano soldi che non esistono per un ponte sullo Stretto che non esisterà mai, mentre nei piani del Governo non ci sono né risorse né progettualità per un’arteria strategica del nordest»: non è per niente casuale ogni riferimento alla ferrovia Venezia-Trieste nell’attacco della parlamentare Pd Debora Serracchiani. L’esponente dem denuncia che nel Decreto Infrastrutture non c’è «nulla per la velocizzazione della ferrovia Venezia-Trieste che continua a essere una speranza rimandata di anno in anno». Eppure – avverte – «esattamente un anno fa la Camera aveva approvato all’unanimità un mio ordine del giorno che impegnava il governo a reperire fondi per la tratta Venezia-Trieste».

La deputata dell’opposizione, ex presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, segnala che «la fiducia posta dal ministro Ciriani al Decreto Infrastrutture ci dà l’occasione di verificare come il ministro Salvini mantiene le promesse prese in campagna elettorale e ribadite in Parlamento». Aggiungendo poi: «Non c’è solo il blocco sulle nomine e sulla riforma della portualità di cui – affonda Serracchiani – per fortuna si sono perse le tracce visto che si volevano far entrare i privati nelle autorità portuali. E’ che proprio non c’è una guida che governi il sistema trasportistico e logistico nazionale nel suo assieme. Siamo alla totale improvvisazione».

Secondo la deputata, sul miliardo e 800 milioni previsti per l’opera «ci sono ancora solo 300 milioni» e «i progetti puntuali sul tracciato e le consultazioni con gli enti locali procedono con una lentezza esasperante». Non solo: «Dalla giunta regionale del Friuli Venezia Giulia non si sente un fiato per chiedere di accelerare e investire eppure erano quelli che volevano l’alta velocità da otto miliardi».

Pubblicato il
10 Luglio 2025

Potrebbe interessarti

Il neo-kompanjia Stachanov

Il kompanjia Aleksej Stachanov in confronto era, come si dice da noi, uno scansafatiche: cioè robetta. Perché oggi l’avvocato Matteo Paroli copre in contemporanea due cariche da far tremare le vene ai polsi. È...

Leggi ancora

Per la guerra per la pace

C’è qualcosa di nuovo oggi nel cielo. No, non è l’aquilone della poesia di Giovanni Pascoli, quella che noi anziani dovevamo studiare a scuola. Il qualcosa di nuovo sono i droni: diventati in poco...

Leggi ancora

Tasse e governi

C’è la stagione di tutte le cose e di tutte le passioni. Questa d’oggi, per dirla come lo scrittore americano John Steinbeck, è quella “del nostro scontento”. Scontento? Noi del ceto medio siamo ancora una...

Leggi ancora

Hic sunt leones

Può anche darsi che, come spesso accade, l’allarme lanciato ai primi del mese dall’ammiraglio Enrico Credendino risponda anche all’altro celebre detto latino  Pro Domo Sua, riferito come noto a Cicerone. Però il capo di...

Leggi ancora

Uno scavalco che non scavalca mai

Se ne parla con comprensibile pudore: anche lo “scavalco” ferroviario tanto atteso e tanto sbandierato tra l’interporto Vespucci e le banchine di Livorno, finisce nell’elenco delle speranze deluse: almeno per i tempi. Scriveva Silvia...

Leggi ancora

Quando Berta filava

Non c’è niente da ridere: semmai da capire perché altre realtà portuali, in particolare non nazionali, ci stanno surclassando sia come adeguamento di strutture e fondali, sia come traffici. E fa male al cuore ricordare che fummo, con...

Leggi ancora
Quaderni
Archivio