Porti turistici made in Italy, al debutto il tavolo tecnico
L’iniziativa di Sace e Assonat-Confcommercio: è un propulsore di crescita
ROMA. Muove i primi passi il “tavolo tecnico” per la portualità turistica italiana: l’hanno messo operativamente in pista Sace e Assonat-Confcommercio aprendolo a tutti i soggetti di una filiera che, com’è stato sottolineato, gioca «un ruolo propulsivo per l’economia blu». «Con oltre 800 porti turistici, approdi e punti di ormeggio e 162mila posti barca lungo 7.700 chilometri di costa e 15 regioni costiere, la portualità turistica italiana – viene fatto rilevare – rappresenta un comparto vitale e propulsivo per l’economia blu: vale 180 miliardi di euro e coinvolge circa 230mila imprese in Italia, dando lavoro a oltre un milione di persone in Italia».
Il debutto arriva a un mese di distanza dal lancio del primo “piano strategico” per il settore della portualità turistica del Bel Paese. Al centro dell’attenzione è l’individuazione delle «priorità d’investimento per il settore» e la promozione di «interventi per l’efficientamento e l’ammodernamento delle strutture portuali», a partire dall’ascolto di quel che i diretti interessati hanno da dire.
Resta cruciale in questo campo il ruolo di Sace nei panni di «facilitatore per l’accesso alle soluzioni assicurativo finanziarie volte a sostenere la realizzazione degli investimenti e la crescita in sicurezza delle imprese». E questo – è stato ribadito – grazie alle sinergie con gli stakeholder di settore già presenti o in corso di coinvolgimento nel tavolo tecnico, «incluse le realtà territoriali, le istituzioni finanziarie e One Ocean Foundation, organizzazione no profit italiana a vocazione internazionale impegnata nella protezione dell’oceano e nella salvaguardia della biodiversità marina».
Com’è noto, il “piano strategico” per la portualità turistica italiana, realizzato da Assonat-Confcommercio in collaborazione con Sace, è stato presentato nello scorso mese di giugno dal presidente Luciano Serra alla presenza del ministro Nello Musumeci, del comandante generale del Corpo delle Capitanerie di porto, Nicola Carlone, del presidente dell’Intergruppo parlamentare sull’economia del mare, Simona Petrucci, e del presidente di Assonautica Italiana di Unioncamere, Giovanni Acampora.
Tra le proposte del “piano strategico” figura la stesura di un Masterplan nazionale dei porti turistici italiani, suddiviso per regione. Scopo: censire e riqualificare le infrastrutture esistenti. Con una idea di fondo: la definizione di parametri comuni per la pianificazione e la riqualificazione dei porti italiani in base alla dimensione e tipologia delle unità da diporto («con un’attenzione particolare alla sostenibilità ambientale, all’efficienza logistica e all’integrazione con il tessuto urbano circostante»). Stante la rilevanza che i porti turistici hanno assunto nel sistema turistico nazionale e della funzione propulsiva che rivestono nella promozione dell’economia costiera, il piano punta sull’introduzione di «specifiche misure incentivanti per promuovere la riqualificazione, la ristrutturazione e l’eventuale ampliamento dei porti turistici esistenti».
Il prossimo incontro è previsto dal 18 al 23 settembre al Salone Nautico di Genova: parteciperanno aziende, espositori e visitatori provenienti da tutto il mondo, creando una piattaforma di incontro globale per il mercato della portualità.