Innovazione, dalla Regione Toscana 200 milioni per aiutare le imprese
In arrivo i bandi per dare più sprint agli investimenti

Palazzo Strozzi Sacrati, quartier generale della giunta della Regione Toscana: è situato a Frenze alle spalle del duomo
FIRENZE. Un pacchetto da 200 milioni di euro come incentivi alle imprese toscane per aiutarle a premere l’acceleratore degli investimenti in fatto di innovazione. I soldi li tira fuori la Regione Toscana, fra quattrini di tasca propria e euro-risorse del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (Fesr): il grosso è costituito da 190 milioni suddivisi tra una serie di bandi (innovazione strategica per le imprese della moda; filiera smart; innovazione “Step”, compresi quelli sul fronte ricerca e sviluppo, che fanno capo anche al progetto “Giovanisì” per l’autonomia di giovani).
C’è anche un extra: altri dieci milioni arrivano, sempre per il settore moda (che in questi anni sta risentendo di una crisi da incubo), con l’obiettivo di «incrementare il patrimonio nel medio-lungo termine delle imprese che attuino processi di integrazione destinati ad incrementare l’efficienza dei processi produttivi, la crescita dimensionale e la riorganizzazione della filiera» (in questo caso tramite «strumenti finanziari di equity emessi da micro, piccole e medie imprese non quotate, operanti nel settore della moda e con sede in Toscana»).
Sarà anche un annuncio che ha qualcosa a che vedere con il clima pre-elettorale, visto che in autunno è previsto il voto che mette in palio il governo regionale. Certo però che 200 milioni sono un pacchetto rilevante. Ecco la “mappa” del provvedimento varato dalla Regione Toscana, almeno per quanto se ne può dar conto adesso, senza che i bandi siano stati ancora pubblicati nero su bianco.
APPROFONDIMENTO. Una analisi utile e dettagliata di questo provvedimento in termini concretiè stato compiuto da Confindustria Toscana Centro e Costa: chiunque fosse interessato può trovarla a questo link
Moda: più sprint per l’innovazione strategica
L’intenzione della Regione è dare una spinta alle imprese del settore moda perché facciano «un salto di qualità in termini tecnologici, digitali e ambientali»: per questo viene messa sul tavolo una dotazione di 30 milioni di euro. La mira è indirizzata «principalmente a micro, piccole e medie imprese (anche in forma associata) e offre – è stato spiegato presentando l’iniziativa a Firenze, a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della Regione alle spalle del duomo – l’opportunità di vedersi finanziare «progetti che abbiano una forte componente innovativa» e un investimento «compreso tra 200 mila e un milione e mezzo di euro». Come? Con contributi a fondo perduto: «fino al 50 per cento dei costi a seconda della tipologia di progetto e della dimensione dell’impresa». L’intenzione: dare ossigeno alle aziende e sostenerle nel «ripensare il proprio modello produttivo, guardando al futuro con maggiore competitività». Domande a partire dal 1° ottobre prossimo.
Dalla parte delle filiere locali
Questo ulteriore bando si ripromette di limitare la dipendenza da Paesi extraeuropei in settori strategici e, di riflesso, «potenziare la competitività interna, salvaguardando e potenziando le proprie filiere produttive e catene del valore». Il bando toscano si inserisce nel solco individuato a livello europeo dalla piattaforma delle tecnologie strategiche Step. Di cosa stiamo parlando? È presto detto. Riguarda un tris di direttrici:
- nelle tecnologie digitali: microelettronica, cybersecurity, 5G, cloud computing, intelligenza artificiale;
- nelle biotecnologie: biomolecole, tecnologie mediche, farmaci;
- nelle tecnologie pulite: energia rinnovabile, combustibili rinnovabili di origine non biologica, combustibili alternativi sostenibili, stoccaggio di elettricità e calore.
All’interno di questo scenario il bando toscano mette in una prima fase in pista qualcosa come 27 milioni di euro con l’ok della giunta regionale: per un verso, punta a sostenere «gli investimenti in tecnologie digitali avanzate»; per l’altro, a consolidare «l’indipendenza delle catene del valore ad alto potenziale economico». Gli ambiti di applicazione del bando – si afferma – riguardano nel dettaglio le tecnologie digitali, l’innovazione “deep tech”, tecnologie pulite ed efficienti sotto il profilo delle risorse, le biotecnologie. Platea di riferimento: le medie e piccole imprese, in forma singola o aggregata, ma «anche le grandi imprese in area di crisi complessa». In ballo una sovvenzione a fondo perduto per progetti di investimento che: 1) «devono essere compresi tra 300 mila e tre milioni di euro»; 2) devono puntare ad «un’innovazione di processo (un nuovo metodo di produzione o distribuzione, oppure un miglioramento significativo di metodi esistenti) o ad un’innovazione organizzativa (nuove modalità di gestione relative all’organizzazione del lavoro o alle relazioni esterne attraverso l’utilizzo di tecnologie digitali innovative)».
Qual è la quota di contributo pubblico? Presentando il provvedimento è stato spiegato che «varia a seconda del tipo di intervento e della tipologia di impresa: in genere l’aiuto non potrà superare l’80 per cento del costo totale ammesso». Attenzione, le domande saranno accolte e finanziate in base all’ordine cronologico con cui verranno presentate sul portale di “Sviluppo Toscana”. Quando il via? L’apertura del bando è prevista per fine ottobre 2025.
Aiutare le imprese a collaborare
La Toscana è contraddistinta dalle piccole e medie imprese: sono «la quasi totalità». E allora – viene fatto rilevare – «il gioco di squadra è ancor più essenziale». Il bando Filiera Smart è in uscita nei prossimi giorni d’agosto e apre il campo alla presentazione di domande a partire da inizio novembre: potendo contare su una dote di 63 milioni si vuol «rafforzare la collaborazione tra imprese». Come? Finanziando «progetti condivisi tra almeno sei imprese» offrendosi di coprire «interventi che vanno dalla logistica alla digitalizzazione congiunta, dalla prototipazione condivisa all’internazionalizzazione», viene precisato. Anche in questo caso – si sottolinea – il contributo sarà «a fondo perduto, con percentuali fino al 60 per cento delle spese ammissibili» (con una dimensione massima del progetto che non potrà oltrepassare la soglia dei dieci milioni di euro). In particolare: attenzione ai temi della sostenibilità, dell’innovazione ambientale e della capacità di fare sistema.
Fino a 70 milioni in nome di ricerca e sviluppo
Viene annunciata come «di prossima apertura» anche l’accoppiata di altri due bandi per sostenere gli investimenti in ricerca e sviluppo delle imprese toscane. Complessivamente a disposizione un bel gruzzolone, in tutto 70 milioni di euro: venti all’inizio, ai quali si aggiungeranno man mano altre risorse. Di cosa si tratta? Del sostegno a investimenti in ricerca industriale e sviluppo sperimentale delle imprese («anche attraverso collaborazioni tra micro, piccole e medie imprese, grandi imprese e organismi di ricerca»). Beninteso, progetti “market oriented” e prossimi alla fase di industrializzazione e messa in produzione.
Il primo bando riguarda progetti strategici di ricerca e sviluppo: ci si rivolge a «grandi imprese in cooperazione con almeno tre micro, piccole e medie imprese, con o senza organismi di ricerca». Qui si ragiona di un investimento che «dovrà essere compreso tra un milione e mezzo e tre milioni di euro».
Il secondo bando ha a che fare con «progetti di ricerca e sviluppo di micro, piccole e medie imprese e Midcap, ovvero aziende a media capitalizzazione (con meno di 750 addetti, un fatturato annuo non superiore a 150 milioni o un bilancio entro 129), singole o in cooperazione tra loro con almeno tre micro, piccole e medie imprese, con o senza organismi di ricerca». Per poter essere ammessi a finanziamento regionale, ogni progetto dovrà prevedere «un investimento compreso tra 250 mila e un milione e mezzo di euro».
È da aggiungere che sono previste premialità – viene messo in evidenza – per i progetti presentati da imprese che assicurino l’assunzione in modo stabile con contratto a tempo indeterminato di ricercatori di età non superiore a 39 anni, in possesso di un dottorato di ricerca oppure di un contratto come ricercatore a tempo determinato.
Domande quando? Tramite il portale di Sviluppo Toscana, a partire dal 17 novembre e ci si potrà fare avanti fino al 16 gennaio del prossimo anno. Merita una sottolineatura il fatto che ciascuna impresa potrà partecipare a uno solo dei due bandi: il finanziamento si rivolge «esclusivamente ai progetti di ricerca e sviluppo che rientrano tra le priorità tecnologiche indicate dalla strategia di specializzazione intelligente per la Toscana». Nota: è prevista una premialità aggiuntiva se il progetto è coerente con gli obiettivi Step.
L’aiuto – si puntualizza – viene concesso sotto forma di sovvenzione in conto capitale «fino a un massimo del 55 per cento». Da tener presente che è prevista «una riserva di un milione e 400 mila euro per le imprese che hanno sede in comuni delle aree interne».

La presentazione del provvedimento: da sinistra, l’assessore regionale Leonardo Marras e il presidente della Regione Toscana Eugenio Giani
Così il presidente Giani e l’assessore Marras
Per il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, la creazione i posti di lavoro si fa soprattutto «attraverso la valorizzazione dello spirito imprenditoriale». Come dire: il sostegno alle imprese nei processi di rinnovamento è «la strada maestra per portare nuovo lavoro, sviluppo ed investimenti», dice rivendicando che «l’economia è al centro dell’attenzione» della sua “squadra” di giunta («accanto a servizi per le famiglie come i nidi gratis, interventi sulle infrastrutture o la valorizzazione del sistema sanitario pubblico»). E se è vero che l’industria italiana sta passando un momento-no contrassegnato da 27 mesi di fila con il segno “meno”, Giani si dice convinto che siano «i processi di cambiamento e di rinnovamento a generare occupazione e sviluppo». Aggiungendo: «I numeri ci danno ragione, visto che il tasso di disoccupazione toscano oggi non supera il 4 per cento e, negli ultimi cinque anni, quello di occupazione è passato dal 65,3% al 70,9%».
Questi bandi regionali a disposizione delle imprese toscane hanno «una dotazione importante»: è il modo con cui la Regione dà una mano «alla nostra economia e a quella del continente, come ci chiede l’Unione europea, ad essere più indipendente: settori dove le nostre aziende possono dire la loro». A dirlo è l’assessore regionale all’economia, Leonardo Marras. «È un pacchetto di interventi che guarda al futuro, capace di sostenere le aziende che vogliono crescere, innovare e competere sui mercati internazionali». A giudizio dell’assessore la collaborazione tra imprese, centri di ricerca e territori è «la chiave per costruire un’economia toscana sempre più solida, sostenibile e orientata alla qualità».