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Azimut Benetti: ricavi a 1,5 miliardi (più 15%), ordini fino al 2029

Da un quarto di secolo in testa alla classifica mondiale dei produttori di grandi yacht

Gruppo Azimut quartier generale di Avigliana

AVIGLIANA (Torino). Una previsione di ricavi pari a 1,5 miliardi di euro, «in crescita del 15% rispetto a dodici mesi prima e in linea con gli obiettivi tracciati dal piano industriale»; un portafoglio ordini che si estende fino al 2029 e arriva a 2,5 miliardi di euro. Questi i numeri che il gruppo Azimut Benetti, fondato da Paolo Vitelli e guidato ora dalla figlia Giovanna, mette nero su bianco al termine della stagione nautica 2024/2025. Dicono quel che c’è dietro il fatto che quest’azienda sta da un quarto di secolo in cima alla classifica mondiale dei produttori di grandi yacht stilata ogni anno. Uno standard di primato che ha una durata senza eguali in nessun altro campo: non esiste nel calcio, nel basket e nell’atletica, nella Formula Uno o nel MotoGp, nel tennis come nel volley, nel rugby come nel ciclismo una squadra o un atleta in grado di restare in vetta al ranking o al campionato per 25 anni di seguito senza perdere l’imbattibilità. E tutto questo, beninteso, in una fase in cui il settore in questione ha rallentato i giri del “motore”…

Dal quartier generale del gruppo si rivendica «la solidità e la lungimiranza della visione», attribuendo il successo alle direttrici messe «al centro della traiettoria strategica»:

  • investimenti infrastrutturali volti al «potenziamento dei siti produttivi e alla creazione di centri di eccellenza»;
  • costante investimento nell’innovazione di prodotto,
  • strategia di gamma orientata alla valorizzazione del segmento “premium” e all’introduzione di “concept” «vicini alle nuove sensibilità degli armatori»;
  • approccio al mercato che mira a «consolidare una presenza geograficamente equilibrata e a penetrare in nuove aree ad alto potenziale».

Quanto al piano degli investimenti infrastrutturali, in nome della volontà di «accelerare innovazione e competitività», il gruppo mette in evidenza che «interessa l’insieme delle sedi Azimut Benetti in Italia»: mette sul tavolo un pacchetto di «115 milioni di euro nel periodo 2024-2027» con «opere sui siti produttivi e sugli edifici direzionali». Obiettivo numero uno: il potenziamento dei cantieri, «con particolare attenzione alla capacità dimensionale» (ad esempio, il sito produttivo di Avigliana è stato portato a «imbarcazioni fino ai 28 metri») e all’«ampliamento delle aree dedicate alle attività ad alto valore aggiunto» (e qui il riferimento è ai progetti di “refit” realizzati dalla divisione Lusben).

L’ “internalizzazione” delle lavorazioni strategiche viene rafforzato con «due centri specializzati in processi a elevati standard qualitativi»: da un lato, il “Polo Light Steel” dedicato alle lavorazioni in acciaio per imbarcazioni sotto i 45 metri; dall’altro, il “Polo del Composito” in Toscana per i megayacht del gruppo, che «si aggiunge alla già comprovata eccellenza del sito di Avigliana» e si concentra «nella trasformazione di vetroresina e carbonio».

Potenziare le strutture industriali non porta con sé un dato puramente quantitativo: è il passaggio indispensabile ma viene declinato nella possibilità di «spingere ulteriormente sull’evoluzione della flotta Azimut e Benetti su tre fronti decisivi» sotto il segno della qualità:

  • consolidare la leadership nella fascia alta di gamma;
  • affermare il primato presso «una nuova generazione di armatori»;
  • introdurre innovazioni stilistiche e tecnologiche che siano «capaci di interpretare stili di vita contemporanei».

Il mercato diminuisce i giri e aumenta lo stress competitivo? Azimut e Benetti accentuano «la sfida della distintività – viene fatto rilevare presentando i dati di stagione – con la flotta più ampia e innovativa del settore: modelli che non solo intercettano, ma spesso anticipano e orientano le sensibilità contemporanee degli armatori». A parte il «costante rinnovo del “core” di gamma», entrambi i marchi investono nella «creazione di categorie inedite, capaci di coinvolgere sia le nuove generazioni sia chi si affaccia per la prima volta su questo mercato ma anche armatori esperti.

Yacht Benetti Oasis 40m

Il riferimento è, ad esempio, alla Serie Seadeck: un «nuovo concetto di lusso che intreccia estetica, tecnologie d’avanguardia e una riduzione tangibile dell’impatto ambientale», viene segnalato. In nome di una visione dello yachting «libera da formalismi, che celebra la relazione intima con la natura e l’autenticità». L’azienda lo avverte come «un sentire ormai profondamente radicato tra gli armatori contemporanei» ai quali si punta a offrire le soluzioni della Serie Grande, “benchmark” di settore tra i 26 e i 40 metri. A Cannes Azimut mette in vetrina il nuovo corso della Serie «grazie all’interpretazione di m2atelier» che introduce l’idea di un “lusso a piedi nudi” come «espressione di uno stile di vita istintivo e personale, fatto di comfort naturale, spazi fluidi ed eleganza vissuta senza sovrastrutture».

Agli armatori che cercano nell’andar per mare il fascino della “marinità” e performance senza compromessi, vengono dedicate due novità assolute: nei prossimi giorni Azimut inaugurerà la nuova era del “voyager” mentre Benetti darà vita a «una visione a lungo attesa ma finora mai realizzata: una categoria inedita, tra il comfort del motore e ispirazioni dal mondo della vela».

Azimut Seadeck

La bussola del gruppo punta a «consolidare la presenza su tutti i mercati internazionali, assicurando un presidio bilanciato e competitivo», viene messo in rilievo. «Anche in un contesto di crescente volatilità socioeconomica – si afferma – il “backlog” conferma una distribuzione geografica equilibrata tra le principali aree: 38% in Europa, 31% nelle Americhe e 31% nell’area Emea (fra area mediterranea, Medio Oriente e Africa) e Apac (Asia e Pacifico, a cominciare da Giappone, Cina e Australia).

Riguardo al mercato europeo, il gruppo segnala «una capillarità sul territorio senza eguali, sostenuta dal successo di modelli che hanno plasmato la tradizione dello yachting nella regione». Azimut Benetti punta sulla presenza diretta nei principali “hub” internazionali: il riferimento è alle boutique Azimut di Palma di Maiorca e di Monaco, «presto affiancate dal nuovo showroom Benetti accanto all’ingresso dello Yacht Club di Monaco».  A rendere ancora più solida la presenza in Costa Azzurra viene indicato il nuovo “sales office” Lusben ad Antibes.

Il Medio Oriente è salito insieme all’area asiatico-pacifica «dal 23 al 31% del portafoglio ordini» è adesso «l’area a più rapida espansione, con la più alta concentrazione di nuovi armatori». A tal riguardo sono stati compiuti «investimenti mirati a consolidare la presenza sul territorio, potenziando la rete di vendita e aprendo mercati a forte potenziale». L’Arabia Saudita – viene ribadito – ne è il caso più emblematico: «Oltre 300 milioni di euro di vendite negli ultimi 24 mesi e due nuovi uffici di prossima apertura con Azimut a Gedda e Benetti a Riyadh».

Anche l’area Asia-Pacifico rappresenta «un bacino emergente di nuovi armatori e in una fase di maturazione»: il gruppo Azimut Benetti ha «una presenza di lunga data» con «una rappresentanza, sia diretta sia tramite concessionari, capillarmente distribuita nei principali paesi di riferimento: Giappone, Cina, Hong Kong, Singapore, Taiwan, Filippine, Vietnam e, naturalmente, Australia e Nuova Zelanda».

Le Americhe, e in particolare gli Stati Uniti – mercato in cui Azimut Benetti detiene la leadership – si trasformano nel palcoscenico in cui il Cantiere «rilancia con traguardi ambiziosi, nonostante sia oggi l’area più sfidante a causa dei nuovi dazi all’importazione»: nell’autunno 2025 il Gruppo inaugurerà due esclusive boutique Azimut e Benetti al Pier Sixty-Six di Fort Lauderdale, consacrato come il nuovo polo di riferimento del lusso». Come sottolineano nel quartier generale del gruppo della famiglia Vitelli, è «il segno di una leadership che non si accontenta».

Pubblicato il
3 Settembre 2025

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