Porto di Ravenna, vola (più 65%) la movimentazione dei cereali
È il comparto agroalimentare a trainare la crescita
RAVENNA. È il comparto agroalimentare (derrate alimentari e prodotti agricoli) a trainare la crescita del porto di Ravenna: con 463mila tonnellate in più rispetto all’analogo periodo del 2024, il dato complessivo delle movimentazioni in questo campo ha sfiorato nel periodo gennaio-luglio 2025 quota 3,3 milioni di tonnellate complessive che equivalgono a una impennata del 16,3%. E, dentro l’agroalimentare, la “locomotiva” che ha trainato tutto quanto nei primi sette mesi di quest’anno è stata la movimentazione dei cereali: il grafico punta all’insù con una forza dirompente (più 65,4%) che fanno arrivare il dato a quota 1,24 milioni di tonnellate.
Anche gli oli animali e vegetali mettono in elenco 73mila tonnellate in più, con un incremento appena al di sotto del 20% (con 451.851 tonnellate).
Non dappertutto è così: ad esempio, la movimentazione delle farine è scesa di due punti percentuali (716.671 tonnellate), giù anche gli sbarchi dei semi oleosi (616.607 tonnellate, in diminuzione del 6,3% rispetto al 2024.
Fra le merceologie, vale la pena di segnalare che, sempre badando ai primi sette mesi dell’anno, i materiali da costruzione hanno messo a segno un incremento i 2,71 milioni di tonnellate indicano un rialzo del 6,6% a paragone dell’analogo arco di tempo del 2024: nella fattispecie, occhi puntati sulle materie prime per la produzione di ceramichedel distretto di Sassuolo (2,43 milioni di tonnellate movimentate, 170mila in più e dunque con un incremento del 7,5%).
È da aggiungere che le cose per Ravenna non sono andate affatto male nei primi sette mesi del 2025: movimentate complessivamente 15,7 milioni di tonnellate, cioè 800mila in più e dunque con un incremento rispetto a dodici mesi prima che tocca il 5,4%.
Come sempre, gli sbarchi in questo scalo sono stati ben maggiori rispetto agli imbarchi: da gennaio a tutto luglio sono arrivate 13,7 milioni di tonnellate di merce e ne sono state imbarcate poco meno di due milioni di tonnellate. Con lo scarto che si è ulteriormente allargato: gli sbarchi sono aumentati del 6,3% e gli imbarchi sono calati di mezzo punto percentuale