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INNOVAZIONE

La petroliera del domani che è già oggi: mette le ali e va (quasi) a vela

L'ex team britannico di Coppa America crea un triplo apparato che riduce i combustibili e le emissioni

Ecco “Brands Hatch”, la prima petroliera con questo tipo di vele rigide che aiutano la propulsione e fanno risparmiare tonnellate e tonnellate di carburante durante la navigazione

LONDRA. Il nome è quello di un ex circuito inglese di Formula Uno che richiama alla memoria le gesta di Nelson Piquet o Nigel Mansell ma se ne parliamo adesso non è per rinverdire i fasti di un’era del motorismo europeo lontana ormai quasi mezzo secolo: “Brands Hatch” è il nome di una petroliera che, con una frase a effetto, si potrebbe dire che va a vela. Non è una battuta bensì la realtà: talmente reale che l’8 settembre scorso ha fatto il primo scalo in un porto europeo. I servizi di tracking marittimo confermano che oggi, 11 settembre, è nel porto di Rotterdam, dal pomeriggio nella zona Botlek.

Stiamo parlando della prima petroliera di nuova concezione: la propulsione si avvale dell’”aiuto” del vento. Con 114mila tonnellate di portata lorda, è stata costruita nel cantiere cinese  Shanghai Waigaoqiao Shipbuilding per Union Maritime Limited, gruppo che ha una flotta moderna di oltre cento navi ed è specializzato nel trasporto di petrolio greggio, prodotti chimici e prodotti petroliferi raffinati le principali rotte globali. Ma soprattutto è la nave caratterizzata dai “WindWings” di Bar Technologies, quartier generale nel cuore antico della città portuale di Portsmouth nel sud dell’Inghilterra, là dov’è ancora qualche traccia della parte medievale: è una realtà nata dall’ex team britannico di Coppa America e focalizzata sulle tecnologie marittime di ultima generazione.

Il Lloyd’s Register segnala che si tratta di tre vele rigide di 37 metri «in grado di regolare l’aerodinamica» così da «ottimizzare l’efficienza aerodinamica, fornendo una spinta aggiuntiva che diminuisce il consumo di carburante e limita le emissioni di carbonio». In concreto, secondo i dati forniti dall’ente britannico sulla base di verifiche indipendenti, questo sistema di propulsione anche eolico offre la capacità di ridurre il consumo di carburante fino a 14,5 tonnellate ogni giorno così come di far calare le emissioni di CO2 «fino a 45 tonnellate in condizioni di vento ideali a 20 nodi». Considerando condizioni di operatività standard, questa nave quasi-eolica dovrebbe «ottenere un risparmio annuo di carburante pari al 12%, con una diminuzione di quasi 5mila tonnellate annue di CO2».

Dal quartier generale di Union Maritime si mette in rilievo che «in condizioni favorevoli la nave ha ottenuto oltre un terzo della sua propulsione dalla sola energia eolica, anche a pieno carico», oltre a costituire la prova del nove che la tecnologia WindWings può «fornire non solo risultati di punta impressionanti, ma anche un’efficienza affidabile per periodi prolungati». Bat Technologies ricorda che lo sviluppo “alare” di WindWings è di 750 metri quadri e la parte superiore della “vela” rigida svetta per 45 metri rispetto al livello del ponte.

Fonti di Union Maritime riferiscono che «sulle rotte globali ogni “vela” WindWing consentirà di «risparmiare in media una tonnellata e mezza di carburante al giorno»: nel primo viaggio – si afferma – “Brands Hatch”, battente bandiera delle isole Marshall, ha visto le sue tre “vele” WindWing fornire alla propulsione energia tale da rimpiazzare 12,8 tonnellate di carburante in sole 24 ore, «equivalenti a 13 tonnellate di CO2 evitate ogni giorno per ciascuna delle “vele rigide”. Nell’arco delle 24 ore sono state osservate «prestazioni di picco sostenute di oltre 18 tonnellate al giorno per ben 6 ore»: l’azienda lo definisce «un risultato straordinario che sottolinea il potenziale a lungo termine delle prestazioni assistite dal vento su larga scala».

Più in dettaglio, stiamo parlando di “vele” con «design brevettato dell’ala a tre elementi»: è una soluzione «unica sul mercato» e offre «una portanza due volte e mezzo superiore a quella di un’ala a singolo elemento». I diretti interessati segnalano che, «a differenza di altri sistemi di propulsione assistita dal vento», WindWings non ha bisogno di «alimentazione continua per ventole di aspirazione o rotazione meccanica», la campanatura e l’angolo di attacco viene «regolata in modo automatico» in nome di una «efficienza ottimizzata alla maggior parte degli angoli e delle velocità del vento».

In preparazione alla consegna di navi a propulsione eolica – viene fatto rilevare – Union Maritime ha guidato un’iniziativa di collaborazione con i partner Anglo-Eastern, Synergy, Atlantas Ship Management e Bar Technologies. Il progetto “AeroPower” è stato lanciato per «guidare l’introduzione sicura e senza intoppi di innovativi sistemi di propulsione eolica su scala mondiale».

Laurent Cadji, amministratore delegato di Union Maritime

Così Laurent Cadji, amministratore delegato di Union Maritime: «Questo viaggio fondamentale con “Brands Hatch” è un momento di orgoglio per Union Maritime e una chiara dimostrazione della nostra leadership nell’offrire soluzioni innovative e sostenibili al settore della navigazione globale. I primi risultati in termini di prestazioni evidenziano il potenziale concreto della propulsione eolica e siamo lieti di dimostrarne il valore commerciale e ambientale su larga scala. La nostra collaborazione con Bar Technologies per l’implementazione di WindWings® è una parte importante di questo percorso e, insieme ai nostri partner, stiamo definendo un nuovo standard di efficienza, conformità e responsabilità in tutto il settore».

Queste invece le parole di John Cooper, amministratore delegato di Bar Technologies: «L’arrivo di “Brands Hatch” in Europa è davvero un momento epocale: e non solo per noi, ma per tutti coloro che si impegnano a promuovere la sostenibilità marittima attraverso la propulsione eolica». Aggiungendo poi: «Questa è la prima volta che una nave costruita da zero con WindWings ha completato un’intera traversata oceanica, dimostrando che la propulsione eolica è pronta per l’uso su scala commerciale».

John Cooper, amministratore delegato di Bar Technologies

I protagonisti di questa novità nel campo del trasporto marittimo lo dicono così: «Nel suo viaggio inaugurale, Brands Hatch dimostra ciò in cui crediamo fin dall’inizio: che WindWings è una soluzione pratica e scalabile alla sfida della decarbonizzazione del trasporto marittimo». Insomma, non stiamo parlando del futuribile bensì di un domani che è già un po’ oggi.

Qualcosa di più di una speranza, se è vero che è la stessa azienda tech di Old Portsmouth a segnalare che due WindWings saranno posizionate su due nuove petroliere lunghe 250 metri, la “Suzuka” e la “Long Beach” che, progettate da Sdari, una équipe di ricerca di Shangai, saranno fabbricate nel cantiere navale Xiamen Shipbuilding Industry (Xsi): il taglio dell’acciaio è «confermato per il prossimo novembre e la consegna è in preventivo per il primo trimestre 2027».

Bob Cremonesi

La nave “Brands Hatch” con WindWings aperte

Pubblicato il
11 Settembre 2025
di BOB CREMONESI

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