Porto di Ravenna: sette nuovi binari per far decollare la “Zls”
In progetto anche una nuova linea di trazione elettrica e interventi ambientali
BOLOGNA. Un progetto che comprende una dozzina di binari elettrificati e centralizzati, una nuova linea di trazione elettrica, impianti antincendio più interventi per la tutela ambientale: il piano di potenziamento dello scalo merci in Sinistra Candiano parte da qui e punta a rappresentare «un modello di esercizio ferroviario più efficiente e sicuro», come sottolinea l’Authority ravennate. Grazie alla nuova configurazione, sarà possibile – è stato sottolineato – spostare «la sosta dei treni che trasportano merci pericolose fuori dall’attuale area urbana dello scalo» in modo da migliorare «la sicurezza e la gestione complessiva del traffico ferroviario».
Il progetto ha fatto un passo avanti grazie all’ok arrivato dalla giunta comunale di Ravenna così come della commissione consiliare: semaforo verde alla variante urbanistica al progetto, e adesso si passerà all’esame del consiglio. Occhi puntati sul lato sinistro del canale Candiano: al centro dell’attenzione – viene spiegato – terreni già destinati a scalo merci ferroviario e di proprietà di Rfi. Ai cinque binari già esistenti (e prolungati nelle parti terminali) se ne aggiungeranno altri sette nuovi binari: in tutto, dunque, dodici, tutti elettrificati e centralizzati, che avranno collegamenti diretti alle linee Castel Bolognese-Ravenna, Faenza-Ravenna e Ferrara-Ravenna.
Non ci sono solo gli interventi relativi ai binari: il progetto – si afferma – comprende una serie di opere complementari per garantire efficienza e sicurezza: ad esempio, con l’adeguamento della viabilità di servizio («in area privata recintata e a servizio esclusivo dello scalo»), ma anche con la costruzione di una nuova rete per lo smaltimento e il trattamento delle acque di dilavamento, con vasca di prima pioggia e impianti di trattamento e sollevamento. A tutto questo si aggiunge un nuovo impianto antincendio, l’installazione di torri faro e la costruzione di un fabbricato tecnologico a due piani, di circa 19 per 10 metri, destinato a ospitare gli apparati impiantistici.
È da segnalare che l’Authority ravennate il 12 giugno, su richiesta di Rfi, ha avviato l’iter per completare la procedura di Intesa Stato-Regione, con effetto di variante urbanistica del Comune di Ravenna, necessario per l’approvazione dell’opera. Già nel corso dello scorso anno Rfi aveva sottoposto l’intervento a verifica di assoggettabilità a “valutazione di impatto ambientale” (Via) incardinata al ministero dell’ambiente: era stato stabilito che l’opera non avesse bisogno di “Via”.
Il potenziamento dello scalo – questa la riflessione dell’istituzione portuale – rientra in «una programmazione più ampia che riguarda entrambe le sponde del canale Candiano e che ha come obiettivo il rafforzamento dello scalo ferroviario al servizio del porto di Ravenna». Gli interventi sono parte del Protocollo d’intesa per lo sviluppo del nodo ferroviario di Ravenna e l’ottimizzazione del traffico merci, approvato dalla giunta comunale ravennate nell’agosto di otto anni fa (e sottoscritto da Rfi, Comune di Ravenna, Autorità di Sistema Portuale e Regione Emilia-Romagna)
Il progetto – viene fatto rilevare – è «il risultato di un percorso condiviso tra Regione Emilia-Romagna, Comune di Ravenna, Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico centro-settentrionale e Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo Fs): si colloca nell’ambito della “zona logistica semplificata” che «ha nel porto di Ravenna il suo fulcro strategico e mira a rafforzare la competitività del sistema logistico e produttivo regionale».
Secondo quanto sottolineato dal presidente della Regione Emilia Romagna, Michele de Pascale, e dall’assessora alle infrastrutture, Irene Priolo, il potenziamento dello scalo merci in Sinistra Candiano è «un passaggio strategico per il futuro del porto di Ravenna e per la piena operatività della “zona logistica semplificata”». Obiettivo: far crescere «gli standard di sicurezza e di efficienza del nostro sistema portuale». Grazie a questo progetto Ravenna sarà in grado di «gestire volumi sempre maggiori, da un lato, riducendo l’impatto ambientale e, dall’altro, garantendo la massima affidabilità operativa».
Questo scalo, insieme agli altri interventi in corso sul porto e al quadro di semplificazioni della “Zls”, rafforza l’Emilia-Romagna – dicono de Pascale e Priolo – dotandola di «un sistema logistico integrato capace di competere con i più importanti snodi europei: è un passaggio che consentirà di attrarre nuovi investimenti e consolidare il ruolo di Ravenna come polo logistico e produttivo di primo livello nel Mediterraneo». Aggiungendo poi: «Qui non si gioca solo una partita locale ma si misura la capacità della nostra regione e del Paese di dotarsi di un porto moderno, interconnesso e sostenibile, all’altezza delle sfide globali».
Il sindaco del Comune di Ravenna, Alessandro Barattoni, parla di «un primo importante passo, per il quale abbiamo velocizzato il più possibile il nostro iter, verso un porto che, nei prossimi anni, sarà sempre più all’avanguardia per poter competere con gli altri scali anche dal punto di vista logistico». Da parte del primo cittadino si sottolinea «la fattiva collaborazione tra tutti i soggetti interessati» e si afferma la rilevanza del potenziamento di «un’infrastruttura strategica per città e Regione in un’ottica di sviluppo sostenibile».
«Grazie alla forte collaborazione tra tutte le istituzioni, prende finalmente avvio l’importante progetto per il potenziamento dello scalo ferroviario in sinistra canale», spiega il commissario straordinario dell’Authority Francesco Benevolo: «Renderà il porto di Ravenna un “polo” portuale e logistico ancora più competitivo, nel segno di una reale sostenibilità e di una sempre più efficiente rete intermodale al servizio delle merci e della città».
Si avranno «una serie di benefici coerenti con gli obiettivi europei dell’Agenda 2030», mette in risalto Chiara De Gregorio, responsabile della direzione investimenti di Rfi area Centro. «Sarà reso possibile l’incremento del servizio merci, l’incentivazione della logistica intermodale e la decongestione dell’impianto di Ravenna con conseguenze positive sulla regolarità della circolazione del traffico passeggeri». Detto della sinergia con il territorio e le loro istituzioni, la dirigente di Rfi segnala che «la chiusura ormai prossima dell’iter approvativo del progetto» consentirà all’azienda ferroviaria di «avviarne la revisione per recepire le prescrizioni». Obiettivo: «dopo la verifica e la validazione finali, portarlo in gara nei primi mesi del 2026 per affidare le prestazioni di progettazione e realizzazione».