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WSC IN CAMPO

Sos incendi a bordo, le grandi flotte intervengono contro i rischi

L’organizzazione degli operatori: colpa di merci pericolose mal dichiarate

WASHINGTON. Lo rivela la “Safety and Shipping Review 2025” di Allianz: gli incendi navali hanno raggiunto «il livello più alto degli ultimi dieci anni». E una delle principali cause sta in «merci pericolose dichiarate erroneamente»: è questo che c’è dietro «oltre un quarto di tutti gli incidenti legati al carico». World Shipping Council (Wsc), l’organizzazione che raggruppa le grandi flotte marittime internazionali, ha deciso di passare al contrattacco con un programma d’azione (“Cargo Safety Program”) per «individuare merci pericolose dichiarate erroneamente e non dichiarate». Il motivo? Prevenire incendi navali e, in tal modo, «proteggere equipaggi, navi, clienti, merci e ambiente marino».

Il programma – viene annunciato – si affida, da un lato, a uno “screening” delle merci basato sull’intelligenza artificiale e, dall’altro, a standard di ispezione comuni per identificare le spedizioni ad alto rischio dichiarate erroneamente (e non dichiarate) prima che vengano caricate.

Joe Kramek, presidente e amministratore delegato del World Shipping Council, lo dice chiaro e tondo: «Abbiamo assistito a troppi tragici incidenti in cui merci dichiarate erroneamente hanno provocato incendi catastrofici, tra cui la perdita di vite umane». Al momento del lancio – affermano dal quartier generale del Wsc – hanno aderito al programma «vettori che rappresentano oltre il 70% della capacità globale di trasporto dei container».

Al centro del programma del Wsc c’è uno strumento digitale di screening del carico basato sulla tecnologia del National Cargo Bureau (Ncb): ai raggi x milioni di prenotazioni in tempo reale analizzate – viene spiegato – utilizzando «ricerche di parole chiave, riconoscimento di modelli commerciali e algoritmi basati sull’intelligenza artificiale per identificare potenziali rischi». Gli avvisi vengono esaminati dai vettori «e, quando necessario, verificati tramite ispezioni fisiche mirate», secondo quanto è stato reso noto.

Wsc ha stabilito anche «standard di ispezione comuni per la verifica delle spedizioni», oltre a un ciclo di “feedback” sugli incidenti così da garantire che «gli insegnamenti tratti da casi reali rafforzino la prevenzione».

«Lavorando insieme e impiegando i migliori strumenti a disposizione si possono identificare i rischi in anticipo, dunque intervenire in modo rapido e prevenire gli incidenti prima che si verifichino», queste le parole di Kramek. «Questo programma – afferma – è un nuovo potente livello di protezione: certo, non sostituisce l’obbligo fondamentale degli spedizionieri di dichiarare in maniera accurata le merci pericolose. Lo dico perché tutto parte da qui per la sicurezza ed è anche quanti richiede il diritto internazionale».

Alle spalle di tutto questo – è quel che rivendica il World Shipping Council, uffici a Washington, Bruxelles, Londra e Singapore – c’è un  lavoro di lunga lena svolto per migliorare la sicurezza marittima: «dallo sviluppo di norme sulla movimentazione delle merci fino al sostegno a interventi sul fronte della tutela ambientale. Viene anche specificato che il programma proseguirà con la propria evoluzione: sono previsti «aggiornamenti regolari della sua tecnologia e dei suoi standard per affrontare rischi nuovi ed emergenti».

«I vettori transoceanici trasportano le merci indispensabili sulle rotte del commercio globale: abbiamo la responsabilità di farlo in sicurezza», dice Kramek: «Alzando l’asticella dei controlli relativi alle merci, non solo proteggiamo vite umane e salvaguardiamo l’ambiente ma anche accresciamo l’integrità della catena di fornitura globale».

Pubblicato il
16 Settembre 2025

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