Università di Firenze e Agenzia Spaziale Italiana, l’intesa entra in orbita
Progetti fra astrofisica, biologia umana a gravità zero e ricerca della vita su altri pianeti
FIRENZE. Uno: la fisiologia umana in condizioni di microgravità. Due: l’esobiologia e lo sforzo poer cercare di comprendere le origini della vita nel cosmo e andare in cerca di possibili tracce di esistenza biologica su altri pianeti. Tre: lo studio del meteo negli spazi astronomici. Quattro: la mitigazione dei disastri naturali tramite l’osservazione satellitare. Sono questi alcuni dei temi sui quali si concentrerà l’attenzione dell’accordo-quadro fra l’Università di Firenze e l’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) con il quale sono state gettate «le basi per un percorso condiviso, ambizioso e multidisciplinare».
L’intesa porta le firme della rettrice Alessandra Petrucci e del presidente Asi Teodoro Valente: dura cinque anni e mira a «rafforzare la collaborazione su una vasta gamma di tematiche spaziali e aerospaziali».
Ma le due realtà hanno una tradizione di collaborazione: in passato, hanno riguardato «vari filoni di ricerca dell’ateneo fiorentino (dalla medicina alla biologia, dalla fisica alle scienze della terra) attraverso progetti di frontiera che hanno coniugato ricerca di base e applicata». A cominciare dalle scienze della vita applicate allo spazio, ad esempio «con ricerche su fisiologia e psicologia degli astronauti, microbiomi in ambienti estremi e sviluppo di sistemi diagnostici e terapeutici per missioni spaziali oltre l’orbita terrestre».
Al centro della cooperazione fra ateneo e Agenzia c’è anche «il monitoraggio della Terra dallo spazio», è stato detto. Scopo: studiare «eventi estremi come terremoti, eruzioni vulcaniche, incendi o alluvioni, contribuendo alla sicurezza e alla resilienza dei territori».
Quanto alla didattica, l’accordo prevede borse di studio e stage formativi presso l’Agenzia Spaziale Italiana per studenti e neolaureati, l’organizzazione di eventi scientifici e percorsi di dottorato su temi di comune interesse. Da aggiungere che «grande attenzione» verrà attribuita al trasferimento tecnologico e alla valorizzazione dei risultati della ricerca.