Per il turismo nautico è l’era dell’ottimismo (ma dai 30 metri in su)
Confindustria prepara la conferenza mondiale degli approdi
GENOVA. Per il quinto anno consecutivo il barometro delle tendenze di mercato volge non solo al “bello” ma al “molto bello”. Dipenderà forse dal fatto che dopo lo choc del Covid, a partire dal 2021, si è andati in cerca di esperienze all’aria aperta: e questo ha favorito “il ritorno al turismo nautico e alla navigazione da diporto”.
Conta – viene spiegato – anche il “buon andamento del mercato dell’usato con centinaia di barche che dopo un refitting o una rimotorizzazione sono tornate ad occupare spazi nei marina”, con un “costante incremento delle flotte di natanti ed imbarcazioni destinate alla locazione nautica e al charter e dall’incremento della flotta internazionale dei superyacht”. Da tradurre così: “Oggi sono circa 2mila le unità sopra i 30 metri che visitano le nostre coste, magari “restando anche in inverno e generando picchi di presenza durante l’estate”.
Ad attestarlo è l’edizione numero 11 della Conferenza nazionale sul turismo costiero e marittimo, che al 65° Salone Nautico Internazionale di Genova è stata organizzata da Federturismo Confindustria, Assomarinas e Confindustria Nautica.
È stato sottolineato che la distribuzione non è uniforme: Liguria, Nord Sardegna e Golfo di Napoli sono le aree più favorite, ma – viene fatto rilevare – il beneficio “si sta diffondendo progressivamente in tutta Italia” perché “i porti turistici stanno investendo molto per adeguarsi alle nuove dimensioni delle imbarcazioni”. Cioè: “dopo anni di crisi, la “fabbrica dei porti turistici” si è rimessa in moto: decine di località costiere stanno rilanciando gli investimenti”.
E se le analisi della Gazzetta Marittima hanno messo in chiaro quanto stia declinando la piccola e piccolissima nautica popolare, qui, beninteso, come si diceva, si parla di un segmento oltre i 30 metri…
Insieme al presidente di Confindustria Nautica Piero Formenti sono intervenuti i parlamentari Gimmi Cangiano, presidente dell’intergruppo “nautica” e Maria Grazia Frijia, segretario dell’intergruppo “economia del mare”, oltre a Erika Guerri (capo di gabinetto della ministra del turismo), Roberto Perocchio (presidente Assomarinas), Paolo Pessina (presidente Federagenti), Carlo De Romanis ( responsabile turismo di Forza Italia), moderati dal direttore generale di Federturismo Confindustria Antonio Barreca.
Nell’ambito della conferenza sono stati diffusi i dati dell’indagine realizzata da Assomarinas in collaborazione con Federturismo Confindustria su un vasto campione di porti turistici che ha monitorato l’andamento del giro d’affari, considerando sia la domanda sia il fatturato, anche in relazione agli adeguamenti tariffari.
C’è da aggiungere che le previsioni fino al 2026 “restano positive: si ipotizza un lieve rallentamento dopo anni di forte crescita, ma – si afferma – i nostri associati confermano aspettative di continuità, con incrementi legati sia agli adeguamenti tariffari sia all’aumento delle dimensioni delle imbarcazioni”.
Però c’è un “però”: riguarda l’aggiornamento della normativa e la riforma del Dpr 509 del 1997. Questo regolamento speciale – si mette in rilievo – aveva consentito allora lo sviluppo di numerosi progetti attraverso le conferenze di servizi. Solo che la crisi finanziaria globale “ne ha poi frenato l’attuazione”. Cosa serve adesso? “Nuove regole per le conferenze di servizi, per la rimodulazione delle concessioni e per un inquadramento fiscale più competitivo, così da permettere a tutte le energie in campo di esprimere il massimo potenziale”, viene ribadito.
“Parallelamente – dice Perocchio – Confindustria Nautica e Assomarinas stanno preparando la prossima conferenza mondiale dei porti turistici di Icomia, la federazione mondiale che raggruppa le industrie nautiche: appuntamento a Venezia dal 15 al 17 ottobre con esperti internazionali, leader dell’industria e decisori politici per discutere del futuro della gestione delle marine, della sostenibilità ambientale e dell’innovazione. L’obiettivo è rafforzare l’offerta portuale turistica del nostro Paese”.
Vale la pena di rimarcare che si è riunito in sessione pubblica il Gruppo Tecnico per l’economia del mare di Confindustria guidato da Mario Zanetti, delegato del presidente per quanto riguarda questo settore: hanno partecipato le rappresentanze istituzionali, tra cui il viceministro Edoardo Rixi, il presidente della Regione Liguria, Mario Bucci e la sindaca di Genova, Silvia Salis e, in rappresentanza dell’industria nautica da diporto italiana, il presidente di Confindustria Nautica, Piero Formenti.
Queste le parole di Zanetti: “Puntiamo a confrontarci con le istituzioni per esporre la rotta su cui navigare per definire la strategia del Paese. Abbiamo lavorato su tre filoni: 1) infrastrutture e portualità, 2,) vettori e flotte; 3) competenze. Per ciascuno abbiamo identificato criticità e obiettivi trasversali a tutte le componenti della comunità”.
Formenti ricorda che Confindustria è l’unica organizzazione a “rappresentare tutta la comunità del mare e tutta la filiera nautica. Di fronte a uno dei migliori spettacoli dell’industria made in Italy, siamo qui per fare squadra tutti insieme e dare voce uniti a Confindustria”.
È stato annunciato il primo evento nazionale “Liguria e Genova, Capitale dell’Economia del Mare 2026”, in agenda il 16 e 17 aprile prossimi, in collaborazione con la Regione Liguria e il Comune di Genova. L’iniziativa proseguirà nel 2027 con la Regione Campania e la città di Napoli: vuol diventare “un appuntamento annuale di confronto, progettazione e promozione della filiera blu”.
Si aggiunga che è stata annunciata la nascita del comitato scientifico di Confindustria sull’economia del mare, un organismo permanente che, secondo quanto viene riferito, avrà il compito di “accompagnare con rigore e metodo la definizione delle strategie e di supportare Confindustria nell’elaborazione di proposte operative su infrastrutture, flotte, competenze e sostenibilità, di monitorare e valutare l’impatto delle politiche adottate e di favorire il dialogo tra impresa, istituzioni e mondo accademico per trasformare le potenzialità del settore in innovazione, occupazione e crescita”.