Raise dissemina innovazione e intelligenza artificiale nell’ecosistema high tech
Progetti-novità in sanità, ambiente, porti intelligenti e mobilità urbana
GENOVA. Parlano le cifre: 304 professionisti coinvolti (43% donne), età media di 34 anni, il 18% di loro proviene da 22 Paesi esteri, e già questo dà l’idea di «un ecosistema inclusivo e aperto alle collaborazioni internazionali». La diffusione di competenze avanzate ha raggiunto «oltre 3.300 tra studenti, docenti, ricercatori e professionisti». Sono state sviluppate «172 soluzioni innovative distribuite tra “Internet of Things”, Intelligenza Artificiale, Robotica e “Big Data”, con progetti sanitari all’avanguardia che includono 9 studi clinici in corso, 4 in fase di avvio, 4 presentati al comitato etico e 11 in preparazione». In questo caso la divulgazione hanno avuto un vasto pubblico, con eventi che hanno interessato complessivamente 15mila partecipanti.
Già questi numeri rendono bene l’idea di come, in questi ultimi anni, il progetto “Raise” abbia inciso sul panorama italiano della robotica e dell’intelligenza artificiale: l’équipe rivendica il fatto che «grazie a progetti innovativi in sanità, ambiente, porti intelligenti e mobilità urbana, è stato dimostrato con Raise come competenze multidisciplinari possano generare soluzioni innovative con un impatto reale sul territorio nazionale».
Ma ci sono anche altri dati. Af esempio, il programma di “mentorship” e la collaborazione ha rappresentato un elemento chiave tant’è che «24 team di ricerca supportati da 62 “mentor” ed esperti hanno accompagnato oltre 300 beneficiari», mentre la “Community Development Platform” ha creato collegamenti strategici tra 169 organizzazioni, tra imprese, università, enti pubblici e start-up». Di più: in virtù dei “bandi a cascata” si è arrivati a veder nascere «50 progetti, con un investimento complessivo di 24 milioni di euro, coinvolgendo 104 imprese e 26 enti pubblici», e questo ha contribuito a «rafforzare l’innovazione tecnologica in Italia».
Raise ha sede in Liguria, ma l’impatto si è diffuso anche altrove se pensiamo che le attività hanno interessato anche la Toscana. Non solo: anche Lombardia, Lazio, Umbria, Marche, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna. Questo – viene fatto rilevare – ha consolidato il progetto come «punto di riferimento nazionale per ricerca, formazione e innovazione in robotica e intelligenza artificiale».
Il progetto Raise è stato finanziato dal ministero dell’università e della ricerca grazie a fondi Pnrr: è stata prevista la creazione e il rafforzamento di ecosistemi dell’innovazione su aree di specializzazione tecnologica coerenti con le vocazioni industriali e di ricerca del territorio di riferimento. Lo si è fatto promuovendo «la collaborazione tra il sistema della ricerca, il sistema produttivo e le istituzioni territoriali». Coinvolti 27 partner del mondo accademico e della ricerca, istituzioni e imprese, coordinati dall’ateneo genovese in tandem con Cnr e Istituto Italiano di Tecnologia (Iit).
Queste le parole di Cristina Battaglia, “programme manager” di Raise: «Questi numeri raccontano più di semplici risultati: rappresentano l’impatto reale che Raise sta generando sul territorio, nella ricerca e nella società. Dalla formazione alla sperimentazione clinica, dal trasferimento tecnologico all’internazionalizzazione, ogni dato riflette la forza di un ecosistema nazionale collaborativo e orientato al futuro».