Via libera dalla Ue al finanziamento per l’Interporto di Bologna
Oltre 24 milioni di soldi pubblici per ampliare il terminal ferroviario
BOLOGNA. Dalla Commissione Europea è arrivato semaforo verde: ok all’aiuto di stato che a livello nazionale è stato annunciato per l’ampliamento del terminal merci multimodale gestito da Interporto Bologna spa. Stiamo parlando di 24,5 milioni di euro destinati al progetto – da completare «entro la fine del 2026» – prevede la realizzazione di cinque nuovi binari ferroviari da 750 metri e l’ampliamento della piattaforma operativa di circa 115mila metri quadrati.
A darne notizia è la società interportuale bolognese nella sua newsletter, segnalando che l’intervento viene inserito nel quadro della strategia europea. Obiettivo: una mobilità sostenibile e intelligente da incentivare «favorendo il trasferimento del trasporto merci dalla strada alla rotaia». In questo caso, al centro dell’attenzione è un terminal come quello di Interporto Bologna, che geograficamente sta «all’intersezione di tre corridoi Ten-T ed è riconosciuto come infrastruttura strategica a livello nazionale».
Queste le parole del presidente di Interporto Bologna spa, Stefano Caliandro: «L’approvazione da parte della Commissione Europea rappresenta un riconoscimento importante del valore strategico del nostro terminal. Grazie a questo finanziamento potremo completare i lavori di ampliamento, aumentando la capacità ferroviaria e contribuendo concretamente alla transizione verso una logistica più sostenibile. È un passo decisivo per rafforzare il ruolo di Interporto Bologna come polo intermodale di riferimento nel panorama europeo».
Il progetto – viene sottolineato – è stato valutato dalla Commissione come «necessario e proporzionato», con un chiaro effetto di incentivazione, in quanto «non sarebbe stato realizzato nella stessa misura senza il sostegno pubblico». Secondo quanto viene riferito, l’intervento contribuirà anche a preparare l’infrastruttura all’«aumento del traffico merci previsto con l’apertura della Galleria di Base del Brennero dopo il 2030».