Birra, cambiano le regole ferme a mezzo secolo fa
Esultano i piccoli produttori artigianali: ci penalizzavano

Vittorio Ferraris, direttore generale Unionbirrai
MILANO. Chiedevano da tempo l’abrogazione di un decreto presidenziale di 55 anni fa perché considerato “obsoleto, anacronistico e penalizzante per le produzioni nazionali, in particolare per quelle artigianali”, adesso finalmente i piccoli birrifici indipendenti raggruppati nell’Unionbirrai possono tirare un sospiro di sollievo.
Il motivo: l’approvazione in Senato dell’emendamento al Ddl Imprese a firma del senatore Luca De Carlo, presidente della commissione industria e agricoltura, fa decollare ufficialmente il percorso per “aggiornare le norme che regolano la produzione di birra in Italia”, canta vittoria l’organizzazione di categoria. È previsto che entro sei mesi “un decreto interministeriale definisca le nuove caratteristiche analitiche e i requisiti qualitativi delle diverse tipologie di birra”, superando così le vecchie norme.
L’ Unionbirrai esprime soddisfazione con le parole del direttore generale Vittorio Ferraris: “Dopo anni di lavoro e confronto, è finalmente chiaro che le istituzioni hanno recepito la necessità di aggiornare una norma vetusta e fortemente penalizzante per i produttori italiani, soprattutto per i piccoli birrifici indipendenti”.
A indicare le nuove regole sarà un decreto del ministro dell’agricoltura in tandem con quelli delle imprese e del Made in Italy, dell’economia e della salute. Il provvedimento fisserà “le caratteristiche analitiche e i requisiti qualitativi delle diverse tipologie di birra”.
Dov’era il problema? Nel fatto che il vecchio decreto indica “limiti rigidi e superati su parametri come acidità, anidride carbonica, limpidità, ceneri e tenore alcolico”, anzi risulta “incompatibile con gli standard produttivi contemporanei”, oltre a essere “in contrasto con la normativa comunitaria, in particolare con il Regolamento Ce 852/2004 sull’autocontrollo e la sicurezza alimentare”.
Queste distorsioni normative – fanno rilevare dall’Unionbirrai – colpiscono tutti i produttori nazionali, ma soprattutto “hanno un impatto particolarmente forte sulle produzioni artigianali, sempre più caratterizzate da stili innovativi e non standardizzati”.
Ferraris ringrazia il senatore Luca De Carlo per “l’impegno e la determinazione con cui ha portato avanti questa battaglia, intercettando le richieste di Unionbirrai e dell’intero comparto brassicolo”. Aggiungendo poi: “Ora è importante che il confronto con la filiera, previsto per la redazione del nuovo decreto, sia rapido, aperto e fondato su evidenze tecniche”.
A giudizio di Unionbirrai, le nuove regole devono essere “moderne, snelle e coerenti con l’evoluzione del settore e con le regole europee”. Come dire: occorre togliete definitivamente di mezzo “ostacoli burocratici vecchi di cinquant’anni che hanno finora frenato innovazione e competitività delle produzioni nazionali, penalizzando proprio quelle realtà che rappresentano l’eccellenza del Made in Italy brassicolo”.
“Siamo sul giusto percorso – conclude Ferraris – e ci faremo trovare pronti non appena il ministro Francesco Lollobrigida avvierà il tavolo tecnico con la filiera. Le nostre proposte sono chiare, fondate e condivise da anni. Questo è il momento di tradurle in fatti, per dare finalmente alla birra italiana la libertà normativa che merita”.