In Toscana i morti sul lavoro sono il 20% in più: 47 in otto mesi
Di Bartolomeo: ma quanti infortuni restano invisibili alle statistiche
LIVORNO. Seicentoottantuno morti sul lavoro nei primi otto mesi dell’anno: praticamente lo stesso numero dello scorso anno (680). Con l’attuale media di quasi 20 infortuni mortali ogni settimana a livello nazionale, non è da escludere che anche nel 2025 si superi la soglia dei mille morti sul lavoro. Se il dato nazionale è pressoché identico, in Toscana invece si è registrato un incremento rilevante del numero di infortuni mortali di lavoratori: 47 da gennaio a agosto quest’anno, il 20,5% in più a confronto con i 39 dell’analogo periodo della scorsa annata. In testa a provincia di Firenze con 10 morti sul lavoro, ma in proporzione al numero di abitanti il caso più rilevante è quello dei sette decessi nel territorio livornese (poi sei in quello pistoiese e altrettenti in quello aretino).
La fotografia dei dati viene presentata dall’Anmil, l’associazione dei lavoratori mutilati e invalidi del Lavoro, in vista delle celebrazioni dell’edizione numero 75 della “Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro”. A tal riguardo, è da segnalare che su scala nazionale le malattie professionali denunciate hanno superato quota 64mila: solo che quell’incremento di quasi 9 punti percentuali viene più che raddoppiato in Toscana (più 18,2%). In provincia di Livorno si raggiunge 1.632 denunce (più 6,3%), in quella di Pisa il dato parla di 2.294 denunce (più 26,6%). A Lucca e dintorni l’unico caso di calo (meno 1%). Ma in provincia di Arezzo e in quella di Siena si vola con aumenti record: più 65,2% nel primo caso, più 46% nel secondo.
Risultano in calo gli infortuni denunciati: meno 0,7% a livello nazionale, meno 3,3% in campo toscano. Ma potrebbe trattarsi di una diminuzione solo apparente perché magari alcuni casi sono ancora in attesa di finire nel computo.
«Nelle statistiche ufficiali si conta un morto sul lavoro ogni 8 ore», ricorda il presidente di Anmil Livorno, Stefano Di Bartolomeo. «Ci siamo ripromessi di non limitarci a questa atroce statistica giornaliera, bensì di estenderla a quanti non ottengono neanche il diritto di rientrarvi a pieno titolo: i non assicurati Inail. Vale a dire gli invisibili del lavoro sommerso che occulta le cause lavorative di infortuni e morti, i lavoratori autonomi che costituiscono sempre più una parte significativa degli occupati del Paese, le forze dell’ordine e i nostri vigili del fuoco, i volontari».
Di Bartolomeo mette l’accento anche sulle «vittime di malattie professionali cadute nell’oblio: i “tumori perduti”, i morti per l’inquinamento e disastri ambientali, per l’amianto o per l’inalazione di altre sostanze nocive che causano morti atroci non immediatamente ma a seguito di anni di incubazione».
Come detto, tutto questo ha a che fare con la “Giornata” degli invalidi sul lavoro. In realtà, quest’anno il giorno giusto sarebbe stato il 12 ottobre ma, siccome era in concomitanza con le elezioni regionali, è stato deciso di spostare a sabato 18 ottobre la ricorrenza che ha il compito di richiamate l’attenzione su «cosa è necessario fare per una maggiore sicurezza sul lavoro».
Il programma prevede che sabato 18 alle ore 8.15 tutto cominci con il raduno dei partecipanti davanti alla lapide in memoria delle vittime del Moby Prince (nel Porto Mediceo, all’Andana degli Anelli) per ricordare quella che è stata, per i marittimi, una grande sciagura in termini di morti sul lavoro.
Alle 9 in cattedrale la messa in suffragio dei caduti sul lavoro celebrata dal vescovo livornese Simone Giusti. Alle ore 10.15 è in agenda il corteo accompagnato dai gonfaloni delle pubbliche amministrazioni e dalle bandiere associative, un quarto d’ora più tardi la cerimonia a Livorno a Palazzo Civico con la partecipazione del sindaco Luca Salvetti, del prefetto Giancarlo Dionisi e del presidente territoriale Anmil Stefano Di Bartolomeo, l’assessore Federico Mirabelli, il presidente del consiglio comunale Piero Caruso insieme ai rappresentanti delle altre istituzioni civili e militari del territorio. Durante la cerimonia, verranno consegnati i brevetti e distintivi d’onore ai nuovi grandi invalidi e agli invalidi minori, a cura dell’Inail di Livorno/Grosseto.
Presentando insieme al numero uno dell’Inail territoriale, l’assessore Mirabelli ricordato come nel “Manifesto del Lavoro Buono”, a cui Comune e istituzioni del territorio stanno lavorando, il tema della sicurezza sia «il primo dei setti punti individuati (lavoro sicuro)». L’assessore coglie l’occasione per segnalare che il Comune di Livorno, in nome della sensibilizzazione soprattutto delle giovani generazioni, ha accolto la proposta di Anmil di provare a «realizzare in città un murales dedicato alla sicurezza nei luoghi di lavoro».