Sette morti in 5 mesi in Toscana per il ribaltamento del trattore
«Colpa di mezzi vecchi, la revisione obbligatoria è una legge mai attuata»

Andrea Borio, presidente di Federacma
ROMA. La dinamica è sempre la stessa o quasi: un agricoltore che viene schiacciato dal suo trattore. Stavolta, nell’ennesima morte drammatica nei campi toscani, nel pomeriggio di giovedì 16 ottobre è accaduto a un uomo di 76 anni a Montorgiali, in provincia di Grosseto. Era in un appezzamento di sua proprietà, il mezzo si è improvvisamente ribaltato e all’arrivo dei soccorsi per lui non c’era più nulla da fare. La Federacma, l’organizzazione di categoria che nel mondo Confcommercio raggruppa le associazioni nazionali del settore macchine agricole, operatrici e da giardinaggio, rilancia l’allarme sulla sicurezza dei mezzi agricoli e sulla mancata attuazione della revisione obbligatoria: è prevista per legge da oltre dieci anni ma è ancora oggi inapplicata.
«È l’ennesima tragedia che si consuma in silenzio nelle nostre campagne», dice Andrea Borio, presidente di Federacma, sottolineando che «la Toscana continua ad essere una delle regioni più colpite». Sette decessi negli ultimi cinque mesi in seguito al ribaltamento del trattore: oltre al citato incidente di Scansano pochi giorni fa, la lista si allunga con l’infortunio mortale a Castelfranco Piandiscò (Arezzo) il 21 luglio, quello a Firenzuola (Firenze) e uno a Massarosa (Lucca) in tre giorni a inizio luglio, idem a Barberino Tavarnelle (Firenze) e a Monterchi (Arezzo) a metà giugno a poche ore di distanza l’uno dall’altro, a Laterina Pergine Valdarno (Arezzo) il 31 maggio.
Secondo i dati Inail – dice Federacma – il ribaltamento dei trattori è la principale causa di morte sul lavoro in agricoltura: un centinaio di vittime all’anno. Gran parte delle quali evitabili, è il grido dell’organizzazione di categoria. «Le cause sono sempre le stesse: mezzi obsoleti, privi di dispositivi di sicurezza, assenza di controlli tecnici e condizioni operative difficili».
«La revisione tecnica dei mezzi agricoli – prosegue Borio – è prevista da una legge del 2015 ma non è mai diventata operativa perché manca il decreto attuativo. Finché lo Stato non darà seguito a questa norma, ogni ribaltamento sarà figlio di una prevenzione mancata».
Federacma rinnova la propria disponibilità a collaborare con istituzioni e parti sociali per costruire una rete di controlli, formazione e assistenza tecnica, affinché anche gli agricoltori più esperti e anziani possano operare in sicurezza. «La sicurezza nei campi – conclude Borio – non è un’opzione, è un dovere collettivo. Se non si interviene adesso, continueremo ad assistere a lutti annunciati, settimana dopo settimana».











