Il treno tech che tastare il polso alle linee ferroviarie e anticipa i guai
Consegnato a Firenze il primo automotore della flotta diagnostica

Treno Tipo 4 per riparazioni Fs
FIRENZE. Al primo sguardo sembra semplicemente un treno d’un curioso colore mezzo giallo e mezzo blu con una grossa scritta “Tipo 4” sui lati: in realtà, ha all’interno un cuore tech dalla complessa architettura digitale. È stato consegnato a Firenze il primo automotore – “Tipo 4”, appunto – che dal quartier generale del gruppo Fs presentano come «simbolo dell’innovazione tecnologica di Rete Ferroviaria Italiana (gruppo Fs) e parte del piano di rinnovo della flotta diagnostica nazionale».
Dal punto di vista dell’identikit tecnico, stiamo parlando di «un automotore bimodale, con doppia trazione (diesel ed elettrica a 3kV) capace di viaggiare fino a 140 chilometri orari durante le missioni diagnostiche». Già, perché non è affatto un treno come tutti gli altri: a bordo, non ci sono passeggeri bensì – viene spiegato – «sensori e sistemi multisettoriali che monitorano costantemente la geometria e l’usura del binario, la linea di contatto, la dinamica di marcia e l’interazione ruota-rotaia e pantografo-catenaria». Di più: «Le telecamere effettuano la videoispezione in alta definizione del tracciato e della catenaria, mentre altri strumenti misurano la qualità dei segnali di telecomunicazione e l’efficienza dei sistemi di segnalamento».

Diagnostica
Questa è una «nuova tappa per la diagnostica ferroviaria italiana»: così lo presenta il gruppo ferroviario pubblico italiano. Il treno lavora al check up dello stato di salute delle linee ferroviarie in nome di sicurezza e efficienza. Dopo l’arrivo di “Diamante 2.0”, operativo sulle linee Alta Velocità dal giugno dello scorso anno – viene fatto rilevare – la nuova generazione di rotabili diagnostici si estende ora sul territorio. Le Fs comunicano che il “Tipo 4” sarà «il primo di 15 automotori bimodali destinati alle strutture territoriali di tutta Italia, capaci di operare anche sulle linee complementari, nei nodi e nei piazzali ferroviari».
Il rinnovo dell’intera flotta – questo l’annuncio – proseguirà «fino al 2029», con una dotazione complessiva di «30 nuovi treni diagnostici, tra linee ad alta velocità e rete convenzionale».
L’azienda ferroviaria sottolinea che con “Tipo 4” «ogni dato raccolto diventa parte di un mosaico più grande: l’integrazione delle misure, le rilevazioni ripetute nel tempo e la memoria storica dei guasti – si afferma – consentiranno di costruire modelli previsionali del degrado, aprendo la strada a una manutenzione sempre più predittiva». Tradotto: significa poter intervenire «prima che un’anomalia diventi guasto, migliorando la pianificazione delle attività e l’affidabilità complessiva del sistema ferroviario».
L’investimento nella nuova flotta diagnostica – viene messo in risalto – non è solo un passo tecnologico: è una scelta strategica. Vuol dire, è questa la sottolineatura più importante, «rendere la manutenzione più intelligente e preventiva significa maggior sicurezza, puntualità e sostenibilità». Il “Tipo 4” è dunque «il primo tassello di una rete di conoscenza che viaggerà, silenziosa, lungo i binari italiani per assicurare un’infrastruttura più efficiente, moderna e affidabile».