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CONFTRASPORTO CONFCOMMERCIO

Forum: il sistema Ets è un boomerang per porti e operatori del Mediterraneo

«Extra-costo di 50 euro per ogni container e rincaro del 20% per i trasporti via camion»

I relatori della decima edizione del Forum Conftrasporto-Confcommercio

ROMA. «Conviene di più navigare fuori dall’Europa»: chi gira alla larga ed evita di mettere piede in un porto della Unione Europea «risparmia 50 euro a container». Di fatto, si traduce in una spinta a collocare al di fuori dei confini della Unione europea il “transhipment”, cioè il trasbordo nave-banchina-nave senza uscire dalla cinta portuale.

Occhi puntati contro gli effetti distorsivi dell’introduzione del sistema Ets nel trasporto marittimo: riguarda il pagamento di una somma sulla base delle emissioni nocive prodotte. Per quest’anno si tratta di «un extra-gettito tra i 6 e gli 8 miliardi di euro su scala europea», cifre destinate a «aumentare probabilmente nel corso dei prossimi anni, quando la totalità delle emissioni prodotte verranno tassate». Con un contraccolpo doppio: da un lato, «una perdita di competitività del Mediterraneo»; dall’altro, «un vantaggio per i soli porti nordafricani», visto che «si applica solo in caso di servizi che coinvolgono un porto europeo, escludendo gli scali del lato africano del Mediterraneo». In quest’ottica – viene messo in rilievo –  salta il principio “stesso mercato, stesso posto, stesse regole”: in concreto, è «una minor competitività degli scali europei».

È quanto emerso in occasione della decima edizione del Forum Conftrasporto-Confcommercio: agli organi di informazioni sono stati illustrati «i numeri, i rischi e gli impatti delle politiche di decarbonizzazione» per come sono stati elaborati dall’Osservatorio Freight Insights, istituito dal Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile (Most) e dalla Fondazione Centro Studi Economia della Logistica e delle Infrastrutture (Cseli), con un focus specifico relativo agli impatti del sistema Ets e Ets2, rispettivamente sul trasporto marittimo e stradale.

Quanto all’Ets2, dal 2027 – viene fatto rilevare – stiamo parlando di «tre miliardi di euro che colpiscono tutti gli utilizzatori della strada, con un 20% in più del prezzo per il consumatore finale». In concreto, secondo il dossier di Conftrasporto, l’Ets2 «di fatto annullerà il rimborso parziale dell’accisa di cui beneficiano le imprese di autotrasporto». Ma c’è anche qualcosa che potrebbe prendere una strada positiva: il report indica che «quasi il 76% delle imprese di trasporto vedrà miglioramenti operativi grazie alla tecnologia artificiale».

Tornando a parlare di trasporto marittimo, è stato detto che «per le linee dall’Estremo Oriente si calcolano extracosti di circa 75 euro per ciascun container da 40 piedi, sia per il Mediterraneo che per l’arco dei porti nordeuropei (Northern Range): questi ultimi, però, «sono scalati da navi di maggiori dimensioni e possono contare su economie di scala che riducono la quota per container»). Quanto ai porti serviti via “feeder”, lo studio calcola ulteriori extracosti di 30 euro per ogni container da 40 piedi.

Sul versante dei traffici ro-ro, cioè con i semirimorchi e i camion spediti via nave, «segmento fondamentale per il comparto marittimo del Paese», attualmente sulla tratta marittima Ravenna-Catania vi è «un extra-costo di 43 euro per unità di carico rispetto al tutto strada». Dal 2027, quando Ets e Ets2 saranno in vigore a pieno regime – si aggiunge – il prezzo medio comporterà «un onere aggiuntivo per il trasporto via mare di circa 61 euro per ogni unità di carico (143 euro per trasporto marittimo e 82  per trasporto stradale). Per quanto riguarda il trasporto stradale, il dossier stima un contraccolpo «do circa 30 centesimi sul prezzo del gasolio con un aumento del 20% del prezzo».

A giudizio di Conftrasporto-Confcommercio, ci si sta avviando «verso una nuova impennata dei prezzi, paragonabili a quelli dello choc energetico del 2022 post-guerra in Ucraina». Ma con una differenza, secondo i firmatari del report: in quel caso – viene sottolineato – fu «una conseguenza di un evento esterno, che portò il governo a contenere il prezzo del carburante, stavolta è conseguenza di una precisa scelta. Senza contare che il costo dell’Ets2 «si aggiunge a quello dell’accisa, già la più alta di Europa».

Fin qui sono stati elencati guai e problemi, ma quali sono le controproposte che Conftrasporto-Confcommercio mette in campo, ritenendo «necessario intervenire per ridurre l’impatto dell’Ets/Ets2 e supportare il processo di decarbonizzazione»? Eccole.

  • garantire in maniera certa che i proventi Ets generati dal trasporto marittimo vengano «interamente investiti per politiche di settore»;
  • evitare che ci siano porti del Mediterraneo che seguono regole diverse: così come adesso, lo riconosce la stessa Commissione europea, «aprono a fenomeni di concorrenza sleale»
  • escludere tutti i collegamenti con le isole (non solo le minori) dal campo di applicazione dell’Ets (sarebbe un «correttivo fondamentale in relazione all’importanza che le tratte con le isole maggiori rivestono per la nostra economia»);
  • prevedere anche per l’Ets2 la redistribuzione totale del gettito generato dagli operatori del trasporto stradale (impiegandole «a vantaggio di misure di rinnovo del parco veicolare e di contenimento dei prezzi del gasolio per non perdere competitività»).
  • supportare l’acquisto di veicoli secondo di ultima generazione («seguendo il principio della neutralità tecnologica e verso carburanti oggi disponibili, come il Gnl»);
  • realizzare una rete infrastrutturale di distribuzione energetica alternativa così da consentire agli operatori «efficienza nell’utilizzo di carburanti oggi non sufficientemente distribuiti»:
  • supportare gli operatori nel processo di transizione digitale attraverso una cornice normativa che coinvolga tutti gli attori interessati.

Pasquale Russo, presidente di Conftrasporto

Queste le parole di Pasquale Russo, presidente di Conftrasporto e numero due di Confcommercio: «Abbiamo dimostrato che le politiche di decarbonizzazione così strutturate non funzionano: si tramutano in una tassa sulle imprese, non garantiscano maggiore sostenibilità ambientale e non porteranno uno spostamento modale, con un ritorno al tutto strada che francamente ci lascia un po’ disorientati». Russo ricorda «lo slogan che lanciammo dieci anni fa relativo a un’Italia disconnessa per le inefficienze lungo l’arco alpino e la saturazione delle infrastrutture». Aggiungendo poi: «Le trasformazioni del mondo del lavoro richiedono una serie di correttivi normativi e politiche attive oggi necessarie a fronte di una profonda evoluzione del paradigma utilizzato. Auspichiamo un confronto con il governo per portare le nostre proposte, non di parte ma, come è la nostra rappresentanza, sulla base di interessi diffusi per lo sviluppo del sistema economico del Paese».

Pubblicato il
22 Ottobre 2025

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