Livorno prende esempio dalla natura e scopre la simbiosi industriale
Comune, Confindustria e ex municipalizzata Asa firmano l’accordo

Luca Salvetti, sindaco di Livorno
LIVORNO. La simbiosi industriale prende esempio dalla natura: soggetti appartenenti a specie differenti che dalla collaborazione traggano vantaggio grazie all’interscambio delle caratteristiche dell’uno con quelle dell’altro. Così all’ombra dei bilanci e dei mercati: magari facendo sì che gli scarti di produzione dell’uno si trasformino in materia prima per l’altro, riprendendo le idee dell’economia circolare. Di qualcosa del genere si era discusso in occasione della Biennale del Mare a Livorno nel maggio scorso, adesso è stata messa in agenda la firma di un protocollo d’intesa sotto il segno della simbiosi industriale: a sottoscriverlo saranno a Livorno il Comune, la Confindustria e l’Asa, ex municipalizzata che si occupa dei servizi di acquedotto, fognatura e depurazione.

Piero Neri, presidente della delegazione di Livorno di Confindustria Toscana Centro
L’appuntamento è stato messo in agenda per martedì 28 ottobre alle ore 9,45 nella sala giunta di Palazzo Civico. Obiettivo dichiarato: trasformare il territorio in un laboratorio di simbiosi industriale. Le firme in calce saranno quelle di Luca Salvetti come sindaco del Comune di Livorno, di Piero Neri come presidente della delegazione di Livorno di Confindustria Toscana Centro e Costa Cavaliere Piero Neri e di Stefano Taddia come presidente di Asa. Saranno presenti per il Comune di Livorno Leonardo Gonnelli (dirigente del dipartimento assetto del territorio) e Laura Mantellassi (funzionaria dell’ufficio gestione funzioni attività trasversali del dipartimento e sviluppo sostenibile dell’ente), che ha curato il protocollo.
«Nel mondo industriale – viene sottolineato da parte del Comune labronico presentando l’iniziativa – la simbiosi diventa principio ispiratore di una nuova economia fondata sulla cooperazione e sul riutilizzo intelligente delle risorse, una delle chiavi della transizione ecologica: un approccio che trasforma gli scarti di un’azienda in risorse per un’altra, valorizzando energia residua, sottoprodotti e materiali di recupero». Da tradurre così: quel che prima era “rifiuto” diventa opportunità e genera «benefici ambientali, economici e sociali».
Questo modello di cooperazione – viene fatto rilevare – è «già consolidato in diversi Paesi europei» e consente di «ridurre sprechi, emissioni e costi di gestione, favorendo al tempo stesso nuove occasioni di crescita, innovazione e competitività».











