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I DATI DELL’AUTHORITY

Porto di Livorno, l’export tira la volata ai container

Occhio, giù i traffici leader di auto e forestali. Cambiano le crociere

Una delle tabelle del dossier statistico pubblicato dall’Authority del mar Tirreno settentrionale

LIVORNO. Sfiora quota 20 milioni di tonnellate la movimentazione della merce complessivamente transitata nella prima metà di quest’anno dai porti del sistema del Nord Tirreno che comprende Livorno e Piombino così come gli scali minori dell’Arcipelago: è una crescita dl 2,6%, cioè 494mila tonnellate in più rispetto a dodici mesi prima. Beninteso, una bella fetta di quest’incremento – meno della metà, ma non di moltissimo – è determinato dalle 180mila tonnellate in più di gas scaricato dal rigassificatore di Piombino (che in totale arriva in sei mesi a un niente da 1,3 milioni di tonnellate) e che da sole fanno aumentare di un punto l’incremento, altrimenti limitato all’1,6%.

Il dato assai positivo dei container a Livorno (quasi 12 punti percentuali in più) l’avevamo già anticipato nei giorni scorsi, adesso l’Authority livornese di Palazzo Rosciano ha pubblicato i dati statistici riguardanti il periodo da Capodanno a fine giugno, quasi per intero sotto la presidenza di Luciano Guerrieri. L’insieme delle cifre rese note consente di guardare un po’ più “dentro” l’andamento dei traffici. Ad esempio, torna a crescere il fenomeno del trasbordo dei container nave-terminal-nave senza uscire dal varco portuale: dal 2022 era sceso drasticamente, presumibilmente per un mutamento di strategia nella geografia dei grandi operatori nello spostare soprattutto i “vuoti”.

Stavolta no: il porto di Livorno torna al 14,4% di contenitori trasbordati, dopo che per due anni di fila la quota si era attestata all’11,5% (mentre sia durante il picco più grave del Covid sia nel decennio precedente si viaggiava perlopiù attorno al 25-30%). Non solo: è soprattutto “transhipment” (trasbordo) di contenitori pieni. Al netto di quest’incremento degli “scatoloni” trasbordati, l’incremento dei contenitori provenienti dal (o destinati al) sistema economico che sta alle spalle del porto di Livorno è appena al di sotto degli otto punti percentuali.

In questo campo c’è da notare che il grafico segna i risultati migliori fra i contenitori in export (quasi il 9% in più) che quelli all’import (neanche sei punti). Si potrebbe immaginare di tradurre così: benché da lunghissimo tempo la produzione industriale made in Italy batta in testa, l’export toscano presumibilmente è riuscito almeno nei primi sei mesi dell’anno a rendersi competitivo. L’assorbimento di merci in importazione è un po’ meno brillante: forse per via di una domanda interna ancora tutt’altro che entusiasmante, e qui si aprirebbe tutto il discorso sul potere reale d’acquisto del lavoro dipendente che cammina a passo nemmeno di lumaca ma proprio di gambero, e i cordoni della borsa restano strettini.

Un’altra tabella realizzata sulla base di quanto pubblicato nel dossier statistico di Palazzo Rosciano, sede dell’istituzione portuale livornese

Altra questione da sottolineare: l’incremento dei traffici di container è significativo. Ma bisogna dire che c’è da recuperare lo scivolamento verso il basso che aveva caratterizzato la storia recente, dopo aver oltrepassato – ormai sembra preistoria – la soglia di quota 800mila teu. In questi primi sei mesi arriva a 365.513 teu (da 327mila che erano nello stesso periodo dello scorso anno), nel 2022 Livorno era a 389mila, nel 2021 a 380mila, nel 2020 a 372mila…

Il miglior incremento lo fanno registrare le rinfuse solide (più 16,5%, circa 360 mila tonnellate): i cereali si moltiplicano magicamente per sette e balzano da 6mila a 52mila tonnellate, carbone e lignite triplicano e da 3.400 tonnellate schizzano a 11mila, i prodotti metallurgici crescono del 60,7% (da quasi 11mila a oltre 17mila tonnellate). Ma c’è anche l’arretramento dei prodotti chimici da 70mila a 40mila tonnellate (meno 42,5%)

In crescita anche le “autostrade del mare”: ok, ma anche se Livorno dovrebbe aver conservato il primo posto in classifica fra i porti del Bel Paese, sembra rallentare il ritmo di crescita. Ormai al di sotto dei due punti percentuali, sia pure di pochissimo: tanto in termini di tonnellate (139mila in più) quanto sotto il profilo dei mezzi spediti (quasi 4.800 in più).

Invece rimediano un segno “meno” due traffici-chiave in cui Livorno è tradizionalmente fra i primissimi scali in campo nazionale. Il riferimento è al traffico di auto nuove che dalle fabbriche arrivano via nave per esser smistate ai concessionari: 238mila in tutto, pochissimo al di sotto del 10% in meno (ma può essere di buon auspicio il fatto che l’ultimo mese, giugno, riesce a mettere il segno “più” dopo una fase negativa). L’altro traffico da primato è quello dei prodotti forestali destinati a tramutarsi in carta nel distretto industriale lucchese: 941mila tonnellate in sei mesi, meno 2% tondo.

Se invece della merce guardiamo ai turisti, ecco l’andamento bivalente. Da un lato, benino i traghetti: un milione 87mila passeggeri imbarcati o sbarcati fra gennaio e giugno, più 1,8%. Dall’altro, le crociere: in calo i vacanzieri (con un arretramento che supera i dieci punti percentuali) ma in crescita il numero delle navi (più 7,5%). Che significa? Forse che cambia la tipologia di love boat: resta da fare la verifica a fine anno ma potrebbe trattarsi della scelta delle grandi compagnie di utilizzare Livorno per navi più piccole. Non è detto che non siano le crociere di alta gamma che puntano su numeri più bassi ma con un comfort di bordo formato extralusso.

Il terminal Tdt sulla Sponda Ovest della Darsena Toscana

Il porto di Piombino invece sfiora i cinque punti percentuali di incremento: come detto, però, in buona misura c’entra il più 15,2% delle rinfuse liquide relativamente all’attività del rigassificatore. Il resto: il general cargo vede nel complesso un paio di punti in più, al contrario le rinfuse solide oltre 12 punti in meno. Quanto al traffico rotabile – i camion spediti via nave – dalle banchine piombinesi sono transitati 48.492 mezzi commerciali: quel che basta a determinare un incremento del 3,1% a confronto con l’analogo semestre dell’anno precedente.

Vedi alla voce Portoferraio: movimentate complessivamente 1,37 milioni di tonnellate di merce, cioè il 2,8% in più in rapporto a dodici mesi prima: i rotabili aumentano come tonnellate (2,8% in più) ma anche, anzi soprattutto, come mezzi movimentati (3,5% in più). Ma il dato migliore viene dai turisti: sì, quelli dei traghetti sono risultati l’1,2% in più (in tutto 1,24 milione di viaggiatori) e però la percentuale più alta arriva dalle crociere. Quel 6,5% in più riguarda appena 10mila persone in vacanza ma chissà che non sia una prospettiva di un altro spicchio dell’isola d’Elba che verrà.

Mauro Zucchelli

Pubblicato il
3 Novembre 2025
di MAURO ZUCCHELLI

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