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LEGGE DI BILANCIO

Conftrasporto: i sì, i no e i forse davanti alla commissione

«I soldi prendeteli dalle aste per l’Ets2 e servono più fondi per il ferrobonus»

ROMA. Conftrasporto, organizzazione di categoria della galassia-Confcommercio, ha avuto l’opportunità di intervenire in audizione in commissione parlamentare sul disegno di legge di bilancio. Ha espresso di fronte ai parlamentari le proprie valutazioni su un doppio binario: da un lato, viene giudicato come «certamente apprezzabile» l’intento di «perseguire una strada di messa in sicurezza dei conti pubblici» (anche considerando «l’incerto contesto internazionale»); dall’altro, se la visione d’insieme è condivisibile, ci sono però interventi specifici che «potrebbero essere rivisti per garantire strumenti di sostegno alle imprese».

DA APPROFONDIRE IN PARLAMENTO. Conftrasporto segnala alcuni articoli su cui auspica «un approfondimento nel corso dell’iter parlamentare»: vale a dire una modifica.

Tassazione dei rinnovi contrattuali (articolo 4). Il contratto del trasporto e della logistica è «certamente il più rappresentativo del settore»: sarebbe opportuno «estendere anche a tale annualità» il beneficio della detassazione così da riconoscere il ruolo della contrattazione («e degli accordi stipulati tra associazioni effettivamente rappresentative per contrastare il fenomeno del dumping contrattuale»).

Contrasto alle indebite compensazioni (articolo 26). Le imprese di autotrasporto merci usano spesso gli importi del rimborso parziale delle accise per compensare i contributi Inps e Inail, in tal modo  garantiscono la regolarità del “Durc”: lo stop «rischia di paralizzare l’operatività dell’intero settore, già in forte fermento». Conftrasporto auspica che nell’iter parlamentare tale disposizione sia superata perché «rappresenta una vera stangata per il comparto».

Riallineamento aliquote accise gasolio e benzine (articolo 30). Anticipare al 2026 il riallineamento delle aliquote delle accise sul gasolio per autotrazione e sulle benzine («si sarebbe dovuto completare progressivamente entro il 2029») genera un «onere immediato per la mobilità di cittadini e imprese»: complessivamente «oltre 550 milioni di euro, secondo la relazione tecnica, il saldo positivo per le casse dello Stato nel solo 2026». È un extra costo a carico dei veicoli diesel («ancora primeggiano tra le flotte aziendali»). Peraltro, il beneficio del gasolio professionale, «indispensabile misura per garantire un piano da gioco livellato per le imprese italiane nei mercati europei», limita gli impatti dell’intervento sulla filiera logistica nazionale. Diventa però urgente estendere questo beneficio, «come già accade in diversi Paesi partner», anche ad «altri grandi consumatori professionali, come le imprese di trasporto con bus turistici, in Italia esclusi».

Crediti di imposta “Zes” unica e zone logistiche semplificate (articolo 95). È giudicata positivamente l’intenzione di finanziare di nuovo l’incentivo agli investimenti nelle “zone logistiche semplificate” e nella “Zes” unica: meglio sarebbe – si puntalizza – se in modo coordinato con l’articolo 26.

VEDI ALLA VOCE CRITICITÀ. A seguire è un ventaglio di criticità sulla quali si auspica una correzion dl tiro per «fornire alle imprese del settore importanti elementi a sostegno dell’operatività».

Aumentare le dotazioni per il Ferrobonus: è «fondamentale per sviluppare il trasporto merci su ferro», mentre con tutti quei cantieri sulla rete adesso si registrano «importanti perdite di volumi». Da confronti con il ministero risultano «mancanti i finanziamenti già impegnati».

Aumentare le quote destinate al trasporto intermodale strada-mare: è un «asset fondamentale per l’accessibilità del Paese» e rappresenta una “buona pratica” «ancora non resa strutturale». Si tenga conto che, «oltre a essere soggette agli extracosti derivanti dall’applicazione del sistema Ets», tali linee sono indispensabili allo «sviluppo di intere economie».

Preoccupazione per tagli e rimodulazioni: rischiano di «indebolire il sostegno pubblico ad un settore strategico per la competitività nazionale»

Quadro di riferimento per la decarbonizzazione: secondo Conftrasporto sarebbe opportuna una maggiore dotazione del fondo per il rinnovo dei veicoli pesanti (allargandola al rinnovo anche dei bus turistici). Va garantita la neutralità tecnologica e sono da considerare «le alternative ai carburanti tradizionali oggi disponibili», a cominciare da Hvo, Gnl e bioGnl.

Finanziare gli interventi con parte dei soli delle aste Ets2: ben venga l’idea che gli interventi di cui sopra siano finanziati con «una parte dei proventi delle prossime aste del sistema Ets2» («potranno partire dal prossimo anno mentre il sistema entrerà a regime dal 2027»)..

Da modificare le norme per il bunkeraggio marittimo: Lo sviluppo delle politiche di decarbonizzazione, secondo l’organizzazione di categoria, passa anche per una normativa che «renda competitivo e omogeneo il quadro per gli operatori di distribuzione di prodotti energetici»; si chiede «una modifica con specifico riferimento al bunkeraggio marittimo».

Alt alla tassazione regionale sui canoni demaniali marittimi: Conftrasporto contesta la possibilità di una tassazione regionale (alqiuota massima 25%) sui canoni di concessione demaniali marittimi, compresi quelli rilasciate da enti statali. Per ora se ne avvalgono solo Regione Lazio e Regione Campania, comunque si creano divari fra i territori: comunque, la differenza va contenuta al massimo nel 5%, talo cioè da «non alterare le condizioni di competitività tra porti».

Occorre chiarezza sul settore del delivery: è un settore ancora poco noto nelle sue dinamiche e negli impatti economici generati: occorre – si afferma – «creare condizioni eque, basate su un quadro normativo chiaro che favorisca la crescita responsabile e sostenibile di un settore con un impatto crescente sulle comunità territoriali e urbane».

Pubblicato il
4 Novembre 2025

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