I mille mestieri della nave appoggio che sa far di tutto
La "Nos Leo" a servizio delle piattaforme offshore (ma anche anti-incendio e acchiappa-inquinanti)

La “Nos Leo” è una “Ahtsv” (cioè “anchor handling tug supply vessel”): è appena entrata nella flotta Neri ed è battente bandiera italiana
LIVORNO. La prima cosa che ti dicono: no, stavolta non è un rimorchiatore. In effetti, è più grande – la lunghezza fuori tutto supera i 67 metri – ma soprattutto il “Nos Leo” deve fare un mestiere differente: essere la nave-appoggio a servizio delle piattaforme offshore che l’Eni ha nel mare a sud della Sicilia, al largo di Licata e di Gela, e che ora per contratto ha affidato all’azienda della famiglia Neri.
A dire il vero, nella flotta Neri ve ne sono anche altri: come quello che fa un lavoro simile, sempre nei mari del Meridione ma per un’altra compagnia petrolifera; come quello utilizzato nel 2014 per andare a recuperare la navicella spaziale in mezzo all’Oceano.
«I rimorchiatori li “battezziamo” con i nomi di famiglia o pescando dalla geografia della nostra zona. Per questo tipo di navi invece – afferma l’imprenditore Piero Neri al timone del gruppo nato più di un secolo fa – “Nos” è una sigla e indica l’ambito operativo (“Neri Offshore Supply”), “Leo” ha a che vedere con il segno zodiacale di uno di noi in famiglia: in questo caso, di mia moglie Gabriella».

Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e il sindaco livornese Luca Salvetti con l’imprenditore Piero Neri
Nel quartier generale del gruppo Neri c’è anche il vescovo di Livorno, Simone Giusti, a officiare il rito della benedizione e del “battesimo” (con l’imposizione del nuovo nome alla nave), c’è anche il “governatore” della Regione Toscana, Eugenio Giani e c’è il sindaco di Livorno, Luca Salvetti; c’è il presidente in pectore dell’Authority labronica Davide Gariglio e c’è il presidente già nominato dell’Authority genovese Matteo Paroli, qui di casa perché a Livorno ha salito tutti i gradini della prestigiosa carriera. C’è la famiglia Neri con il susseguirsi delle generazioni e c’è l’autorità marittima, a cominciare dal comandante Giovanni Canù. C’è la galassia delle imprese locali con i loro vertici (ad esempio, Enio Lorenzini, Giovanni Laviosa, Enzo Raugei e Marco Dalli, Jari de Filicaia, solo per citarne alcuni) ma ci sono anche esponenti dell’imprenditoria fiorentina (Neri è numero due del più importante raggruppamento di Confindustria in Toscana, quello che raggruppa Livorno, Massa e Firenze).
Non è un rimorchiatore, ma in realtà lo è. Nel senso che: è anche quello. Chiamarla nave-appoggio significa che è una “mille mestieri”: e come rimorchiatore – spiega Piero Neri – ha una capacità di tiro a punto fisso di 100 tonnellate. È anche anti-incendio: con la spingarda che spara 7.400 tonnellate all’ora fino a cento metri di distanza. È anche anti-inquinamento: con attrezzature per perimetrare e aspirare fino a 500 metri cubi di materiali sversati. Ma può anche: fare da base per ispezioni subacquee; servire a sollevare gli ancoraggi di una piattaforma offshore e spostarla altrove; avere una capacità di carico di 3mila tonnellate che la rende in grado di rifornire la piattaforma (in stiva bunker per 600 metri cubi, acqua per 350 metri cubi, melma quasi altrettanto, cemento per 250 metri cubi, oltre a mezzo migliaio di metri cubi di inquinanti, e le svariate centinaia di tonnellate in coperta). Di più: ha anche un grado di autonomia “unrestricted”, dunque senza limitazioni alla navigazione transoceanica, e questo le consente di rimanere in navigazione, ovunque voglia sul mappamondo, per 50 giorni senza esser costretta a fare scalo; cioè diecimila miglia, l’equivalente Livorno-New York andata e ritorno.
L’imprenditore livornese enuncia con il basso profilo di sempre quel che in casa sua significa fare impresa. Parte da un postulato che è un ingranaggio: il reinvestimento degli utili. «Ho fatto quel che farebbe qualsiasi imprenditore che è qui su questa banchina: investire in quel capitale che sono le persone e in quel patrimonio che sono i beni per migliorare l’azienda, e farlo di continuo. Non per vanagloria personale ma perché la vita dell’imprenditore è questa: senza fermarsi, cogliere le opportunità, rischiare, investire, allargare l’attività.

L’intervento dell’imprenditore livornese Piero Neri in apertura della cerinomia: sul alco da sinistra il presidebte della Regione Toscana, Eugenio Giani, il sindaco livornese Luca Sakvetti, il vescovo di Livorno, monsignor Simone Giusti, e la madrina dll’evento, Gabriella Poli
In sintesi, ecco gli interventi e le dichiarazioni in occasione della cerimonia nel quartier generale del gruppo Neri.
PIERO NERI: PRIMA DI TUTTO, REINDUSTRIALIZZARE. «La Toscana a due velocità? Ne parliamo da tanti anni: osservo con piacere – dice l’imprenditore marittimo-portuale livornese Piero Neri rispondendo alle domande dei cronisti – che anche il mondo delle aree centrali della Toscana ha preso a parlare dell’esigenza di reindustrializzare. Lo dico da persona che ha le radici nella Toscana costiera: adesso le opportunità ci sono, si tratta di accompagnarle e non lasciarle da sole ad arrangiarsi. Guardate cosa bolle in pentola: a Piombino una nuova prospettiva con l’acciaieria “verde” e la navalmeccanica, la Darsena Europa a Livorno, le iniziative di Carrara. La Costa può farcela ad accorciare il divario, ne sono convinto». È una sottolineatura che aveva fatto in precedenza anche dal palco della cerimonia, rivolgendosi al presidente della Regione Toscana: si era congratulato con lui per il risultato elettorale e aveva chiesto di assicurare attenzione alla Toscana costiera.
EUGENIO GIANI/1: ASSESSORI, NON CONTA LA GEOGRAFIA. «Sarebbe un errore se guardassi alla provenienza territoriale come criterio guida nella composizione nella nuova giunta regionale», afferma il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, in risposta agli interrogativi che gli pongono i giornalisti. A cominciare ovviamente dal fatto che siamo a Livorno e c’è il (forte) rischio che la città non abbia nessun assessore così com’è avvenuto nella legislatura precedente. «Il numero dei posti è quello, se utilizzassi il manuale della ripartizione per province finirei semplicemente per scontentare qualcuno e magari senza mettere le persone giuste al posto giusto». Ma insomma, insiste una collega, Livorno avrà l’assessore o no? Inciampa nella svista di parlare di Livorno come «la seconda città della Toscana». Giani la rimbecca: «Intanto, è la terza e non la seconda. Poi bisogna smetterla con la logica dei campanili: la Toscana è una, e Livorno ne è la porta d’accesso». Possibile traduzione: forse niente assessore labronico ma magari, nella squadra allargata, un consigliere delegato?
EUGENIO GIANI/2: È IMPORTANTE PER TUTTA LA TOSCANA. Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, insiste su un concetto che ripete spesso: «Livorno è in Toscana e questa nuova nave è una novità importante per tutta la Toscana». Sembra lapalissiano – la geografia è geografia – ma è vero che Livorno si è spesso percepita (ed è stata percepita) come una repubblica a sé: per questo la sottolineatura di Giani salta fuori in tandem con l’accenno relativo al fatto che la Darsena Europa «è l’investimento più rilevante della Regione». Giani coglie la palla al balzo per mettere in evidenza due cose. L’una: riguarda l’esempio di «una imprenditoria del porto di Livorno che ha il coraggio di investire». L’altra: è relativa al «lavoro comune delle istituzioni» («c’è sintonia con la città e con il sindaco, l’Authority farà un buon lavoro»).
LUCA SALVETTI: QUI I SERVIZI TECNICO-NAUTICI SONO DI VALORE. «La forza di un porto la fanno: 1) le infrastrutture; 2) la capacità di attrarre traffici; 3) i servizi tecnico-nautici», dice il sindaco livornese Luca Salvetti alla cerimonia per l’ingresso della nuova nave nella flotta Neri. «C’è stata un’epoca in cui il porto di Livorno è stato fra i più all’avanguardia del Mediterraneo dal punto di vista delle infrastrutture, poi abbiamo corso il rischio di ridurci a una dimensione locale, adesso la Darsena Europa è il salto che ci riporterà nel futuro». Capitolo due, i traffici: «Nessun altro porto ha un ventaglio di tipologie così variegato: lo so bene – afferma – che i contenitori sono il parametro-guida ma questa pluralità di traffici è quel che ci ha tenuto a galla anche nei momenti più complicati». Quanto alla leadership nei servizi tecnico-nautici, aggiunge che «i piloti del porto sono talmente stimati che i test vengono a farli qui» e, in fatto di rimorchiatori, «quella dei Neri è una delle aziende più importanti che esistano».
SIMONE GIUSTI: LA BENEDIZIONE DELL’IMPRESA E DEL LAVORO. Il vescovo livornese Simone Giusti non fa un intervento ma una preghiera. Rivolgendosi a Dio, chiede la benedizione: 1) «degli imprenditori che hanno il coraggio di investire e creano lavoro»; 2) «dei lavoratori che collaborano al Creato con il loro impegno»; 3) «del mare, che è l’ambiente che li accoglie e dà speranza di futuro».











