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LA SVOLTA

Il governo: il progetto Metinvest a Piombino è «di interesse nazionale»

Federacciai voleva affossarlo ma Confindustria, sindacati e sindaco hanno reagito

PIOMBINO (Livorno). Non poteva esserci risposta più forte all’attacco con cui i vertici di Federacciai, l’organizzazione dell’industria del settore, avevano cercato di affondare il progetto di Metinvest-Danieli per far ripartire il polo siderurgico di Piombino. È arrivato dal consiglio dei ministri che, «su proposta del ministro delle imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso», ha apposto il “timbro” di «“preminente interesse strategico nazionale” sul progetto di investimento estero “Piombino Metinvest Adria”».

A difesa del progetto per far ripartire la siderurgia piombinese era scesa in campo la Confindustria, prima con Piero Neri, presidente della delegazione labronica nell’organizzazione di Livorno, Massa e Firenze, poi con Maurizio Bigazzi, numero a livello toscano. Avevano alzato la voce i sindacati anche ai vertici nazionali, si era fatto sentire il sindaco piombinese Francesco Ferrari, solo per citare alcune delle forze che avevano fatto quadrato su un investimento che sembra poter garantire un futuro alla “città dell’acciaio”.

Com’è noto (ma è bene farlo ribadire dal comunicato ufficiale del governo…), stiamo parlando di una iniziativa industriale che «prevede la realizzazione a Piombino di un’acciaieria di nuova generazione a ciclo elettrico». Il progetto prevede «un investimento di 3,2 miliardi di euro, sostenuto fino a un massimo di 323 milioni di incentivi statali». Aggiungendo le date: «I lavori partiranno entro il 2026, con piena operatività entro il 2029». Ecco l’identikit socio-economico della fabbrica: «L’impianto potrà produrre oltre 2,7 milioni di tonnellate annue e genererà 800 posti di lavoro diretti e 300 indiretti, con priorità ai 785 lavoratori attualmente in cassa integrazione presso Jsw Steel Italy Piombino». È prevista la nomina di «un commissario straordinario per accelerare la realizzazione del progetto».

Piombino, il polo dell’industria siderurgica

In realtà, il progetto è “estero” solo fino a un certo punto. È vero che la “locomotiva” che dà il nome al progetto è la società olandese Metinvest, che in realtà ha radici ucraine: con il magnate Rinat Akhmetov, figlio di minatore e padrone dello Shaktar Donesk, la squadra della sua città, e l’ingegnere-industriale Vadym Novynskyi, famiglia di origini armene ma russo sul certificato di nascita e ucraino per il passaporto. Si tratta di un polo minerario-siderurgico  che le classifiche della World Steel Association pongono al 92° posto al mondo, con una produzione di 3,5 milioni di tonnellate e ricavi 2024 al di sopra degli otto miliardi di dollari. Già nel report annuale di Metinvest pubblicato mesi fa si metteva in evidenza il progetto di Piombino in tandem con Danieli.

Ecco, in questo progetto – per costruire e gestire in tandem un nuovo impianto di laminazione dell’acciaio con tecnologie avanzate e ridotto impatto ambientale – entra un socio (al 25%) che ha radici in Italia: è il gruppo Danieli, quartier generale nel Friuli di Buttrio (Udine) attraverso la propria controllata Industrielle Beteiligung. La partecipazione di Danieli è fin dall’inizio, formalmente l’ingresso nella società è dell’inizio di novembre, in cabina di regia dal punto di vista tecnico-giuridico il team di avvocati di BonelliErede, uno dei principali studi legali del Bel Paese.

Queste le parole del ministro Adolfo Urso: «Con questo intervento rilanciamo Piombino e rafforziamo la siderurgia italiana: un investimento strategico che porterà sviluppo, occupazione qualificata e tecnologie sostenibili in uno dei poli industriali più importanti del Paese».

È da segnalare che – secondo quanto riporta “il NordEst”, giornale economico online dell’area veneto-friulana – il gruppo siderurgico e minerario ucraino «opera in Italia con i siti industriali di Trametal a San Giorgio di Nogaro in provincia di Udine e di Ferriera Valsider a Oppeano in provincia di Verona, da cui serve il mercato europeo delle lamiere da treno e dei coils laminati a caldo». E questo perché «da quasi quattro anni» a causa dell’aggressione russa all’Ucraina, Metinvest ha perso «il controllo delle due grandi acciaierie Ilyich e Azovstal di Mariupol».

Sempre sulla base delle informazioni dell’autorevole testata triveneta (appartenente al gruppo Nem, pool di grandi imprese del Nord Est), vale la pena di porre attenzione al fatto che un grosso operatore del trasporto marittimo triestino come Fratelli Cosulich, che «rimane il partner logistico di riferimento per la movimentazione dell’acciaio di Metinvest nel Mediterraneo», poco tempo fa ha detto che «gestirà per intero la banchina del porto di Piombino che nei prossimi anni servirà la nuova acciaieria della joint-venture Metinvest-Danieli». Il giornale aggiunge anchee altri dettagli specifici: qui interessa ricordare che Fratelli Consulich ha «una partecipazione del 37%» in Trasteel, trader elvetico nel settore dei metalli con un fatturato attorno al miliardo e mezzo di euro. Ebbene, Trasteel è il soggetto in pole position per acquisire l’altro grande stabilimento siderurgico piombinese, cioè il Liberty Magona.

 

Pubblicato il
22 Novembre 2025
di BOB CREMONESI

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