Dal riciclaggio degli oli esausti di cottura i materiali per i componenti dell’auto
Progetto del Politecnico di Bari in tandem con Pisa e L’Aquila presentato in Giappone

Il professore Umberto Galietti durante la presentazione
BARI. Per realizzare componenti interni delle auto si possono utilizzare schiume poliuretaniche a base “bio” che contengono «microcapsule di “materiali a cambiamento di fase” (Pcm) derivate da oli esausti di cottura»: è un esempio concreto di economia circolare applicata alla mobilità.
«Grazie all’impiego di tecniche di analisi termografica non distruttiva – viene fatto rilevare – i ricercatori hanno studiato i materiali sviluppati nel progetto, confrontando le schiume vergini con quelle arricchite con “materiali a cambiamento di fase”». Risultato: sono emerse «differenze significative nel comportamento termico». In particolare, la metodologia adottata – la “step thermography” in configurazione di trasmissione – ha permesso di «valutare in modo rapido e a campo intero il comportamento delle schiume». Questo approccio offre nuove possibilità per «stimare il contenuto di “Pcm” e il cambiamento di fase nei polimeri sostenibili, a partire dall’analisi delle immagini termiche elaborate dai dati raccolti con termocamere».
Stiamo parlando di un progetto che il Politecnico di Bari, in collaborazione con l’ateneo dell’Aquila e l’Università di Pisa, ha presentato all’ “Aita 2025”, workshop internazionale che nei giorni scorsi si è tenuto a Kobe, in Giappone: si tratta di una ricerca all’avanguardia nel campo dei materiali sostenibili per il settore automobilistico. Praticamente il frutto dei progetti nazionali Co-Smart ed Ecofriend, inseriti nelle attività del Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile (Most) e finanziato dal ministero dell’università e della ricerca tramite i fondi del Pnrr NextGenerationEu.
A illustrare i risultati dello studio è stato Umberto Galietti, professore ordinario di progettazione e costruzione di macchine presso il Dipartimento di meccanica, matematica e management (Dmmm) del Politecnico di Bari, tra gli autori della pubblicazione scientifica con i ricercatori Giuseppe Dell’Avvocato ed Ester D’Accardi. La partecipazione al vertice internazionale – si afferma – è stata «un’importante occasione di scambio con la comunità scientifica internazionale e un’opportunità per presentare i risultati della ricerca italiana nel campo delle tecnologie avanzate».